L’analisi del Segretario Generale della Cisl Fp Verona
Il nuovo Rapporto ARAN sul monitoraggio della contrattazione integrativa nella Pubblica Amministrazione fotografa un sistema in salute, con 18.116 contratti integrativi sottoscritti (+7% tra 2023 e 2024), un tasso record di contrattazione al 72% e una conflittualità quasi azzerata (solo lo 0,7% di atti unilaterali). Un dato che conferma la vitalità del modello negoziale, ma che impone anche una riflessione profonda sul suo sviluppo qualitativo.
«Questo dinamismo è sicuramente un fatto positivo, ma stride con un modello ancora imbrigliato da vincoli legislativi e da un tetto al salario accessorio sempre più stringente», commenta Giovanni Zanini, Segretario Generale della CISL FP Verona.
Nel territorio scaligero, la contrattazione decentrata rappresenta uno strumento fondamentale per governare le politiche del personale, valorizzare le professionalità, incentivare le performance e introdurre misure concrete di conciliazione vita-lavoro.
«La contrattazione integrativa non è un adempimento formale: è il luogo dove si sperimenta ciò che a livello nazionale è solo enunciato. È qui che si costruisce il benessere organizzativo, si definiscono criteri trasparenti per le progressioni economiche e si introduce welfare aziendale mirato», sottolinea Zanini.
Il rapporto evidenzia una crescita robusta nei comparti Istruzione e Ricerca e Funzioni Locali, mentre la Sanità registra un calo del 3%.
«Anche nella sanità scaligera serve una spinta negoziale più forte, capace di affrontare la complessità organizzativa con accordi multipli e mirati. Non possiamo permetterci di perdere terreno proprio nei settori più esposti e strategici», aggiunge il Segretario.
La CISL FP Verona chiede che venga sbloccato il salario accessorio; un nuovo patto sulle relazioni sindacali; più spazi per la partecipazione e risorse per la contrattazione territoriale.
Il rapporto ARAN segnala anche una tendenza crescente alla negoziazione su temi strategici come formazione e orari di lavoro, formalmente preclusi dalla legge.
«È un segnale che va dato alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego: il sistema sta reagendo a una rigidità normativa che non è più sostenibile. Serve una riforma che riconosca il valore della partecipazione anche nel pubblico, come già previsto dalla legge 76/2025 per il settore privato», afferma Zanini.
«Il lavoro pubblico merita lo stesso riconoscimento e le stesse opportunità di coinvolgimento. Per questo la CISL FP di Verona continuerà a chiedere con forza una contrattazione decentrata più libera, più efficace e più valorizzata. Perché solo così possiamo garantire servizi pubblici di qualità, lavoro equo e dignità professionale a chi ogni giorno tiene in piedi il Paese», conclude Zanini.
