Nell’indifferenza dell’Occidente si sta consumando un genocidio in quella che si stenta a chiamare ancora “Terra Santa”.
Federico Dal Cortivo per il quotidiano l’Adige di Verona ha intervistato il dott. Mohammad Amer, palestinese di Ramallah in Cisgiordania, membro della Mezzaluna Rossa e attualmente in servizio presso gli ospedali di Ramallah e Jericho.
Quale è l’attività che attualmente svolge come sanitario in Cisgiordania ?
Sono un medico palestinese, mi sono laureato in medicina e chirurgia all’ università di Perugia nel 1994 e sono tornato in Patria per servire il mio popolo. Ho lavorato per quasi 10 anni con la Mezza Luna Rossa che è l’equivalente della Croce Rossa per voi italiani, poi mi sono trasferito negli ospedali di Ramallah e Jericho prestando anche servizio presso diversi centri sanitari e in cliniche private , attualmente abito a Ramallah.

Svolge anche attività politica?
Sì, svolgo attività politica come tanti altri perché siamo costretti a farlo. Noi palestinesi viviamo in condizioni difficili qui in Cisgiordania.
Il governo israeliano non fa mistero di volersi appropriare di tutta la Cisgiordania, dove i coloni tra intimidazioni e azioni di forza cercano di espellere la popolazione palestinese. In quali condizioni voi medici palestinesi dovete operare? Vi sono attacchi da parte dell’IDF o dei coloni?
Ci sono oltre 350 mila coloni israeliani ben armati in Cisgiordania. Dove facciamo il nostro Stato? Noi palestinesi viviamo in grande carcere all’ aperto. Nessuno è al sicuro in Cisgiordania , difficile spostarsi da un luogo all’altro a causa dei posti di blocco militari israeliani che sono quasi 1350 in tutta la Cisgiordania.
Per esempio per andare da Ramallah a Nablus distante solo 40 km ci vogliono 4 o 5 ore di viaggio. Durante questo percorso rischiamo di essere uccisi a causa delle continue aggressioni dei coloni israeliani, che sparano verso i veicoli palestinesi in transito. Sono ben armati e protetti dall’IDF e tantissimi palestinesi sono caduti per strada, senza contare gli assalti dei coloni ai nostri villaggi, dove bruciano e devastano le proprietà palestinesi, le auto e accanendosi anche contro gli alberi di ulivo.

In Palestina distrutti 33 ospedali
Quali erano a Gaza le strutture sanitarie prima dell’attacco israeliano? Che cosa ne rimane? Ha contatti con i suoi colleghi gazavi rimasti ancora vivi nell’inferno della striscia ?
In Gaza gli israeliani hanno distrutto circa 33 ospedali completamente o parzialmente e sparano sui pazienti , hanno colpito oltre 130 Ambulanze e tra il personale sanitario si contano più di 1600 morti tra medici e infermieri. Manca tutto in Gaza, non c’è più vita, mancano sostanze medicinali, acqua, cibo, ossigeno, elettricità, latte per i neonati e bambini.
56 mila donne palestinesi gravide sono senza cure. Le strutture sanitarie a Gaza prima del genocidio davano quasi tutti i servizi sanitari con tanti posti letto emodialisi, terapiaIntensiva, sale operatorie, ortopedia, ginecologia, chemioterapia, ecc. Ora questi servizi non ci sono più perché non ci sono più ospedali e allora ecco il diffondersi di malattie come l’ epatite, la polmonite, la dissenteria fin anche la scabbia .
Non abbiamo contatti con i nostri colleghi in Gaza, difficile comunicare , non c’è campo per i telefoni cellulari… Intanto è incominciato l’anno scolastico senza scuole, senza gli insegnanti, senza alunni. Morti tutti.

La bandiera d’Israele dichiara il suo progetto
Netanyahu ha dichiarato all’Assemblea generale dell’Onu che non vi sarà mai uno stato palestinese e che le accuse di genocidio sono infondate. Lei che ne pensa?
Alcuni stati occidentali hanno riconosciuto lo stato di Palestina solo per salvare Israele e non attuare le sanzioni, questo perché tutta l’opinione pubblica mondiale è contro il genocidio. Se l’ingiustizia diventa legge allora la resistenza diventa dovere! Gli Stati Uniti e Israele non vogliono due stati e due popoli, vogliono solo lo stato ebraico Sionista!

Israele vuole dominare tutto l’Occidente e il Vicino Oriente. Israele vuole creare la “ Grande Israele” dal Nilo fino all’Eufrate. Questo il significato della bandiera israeliana fatta in due linee azzurre, appunto il Nilo e l’ Eufrate. E’ difficile creare un stato palestinese perché non c’è continuità geografica tra le zone palestinesi e intanto gli israeliani hanno bloccato le navi della Sulmud Flotilla, dirottate verso Ashdod e poi rimpatriate.
Noi palestinesi salutiamo l’amato popolo italiano che ci è sempre stato vicino. Chiediamo immediatamente giustizia per fermare il genocidio del nostro Popolo.
