( p.d.) Sigfrido Ranucci può piacere o no. Ma il suo giornalismo d’inchiesta è indubbiamente una voce libera nell’ambito del sistema televisivo. Voce libera che può essere scomoda. E che può anche sbagliare, com’è umano che sia. 

Ma le bombe che hanno fatto esplodere davanti a casa sua sono un attentato alla libertà di stampa.

Il suo giornalismo ha dato fastidio a molti, tanto che in questi anni ha fatto collezione di querele. Ma tante volte ha fatto emergere ingiustizie ed illegalità. E questo evidentemente ha dato fastidio. 

La solidarietà, a prescindere dal posizionamento politico, diventa un fatto spontaneo e dovuto. Specie da parte di un giornale, L’Adige, nato per essere una voce libera, non condizionabile.
Preoccupa che oggi in Italia dire o scrivere delle cose che non sono gradite a qualcuno possa diventare pericoloso. 

Ranucci dà fastidio a qualcuno

Ma non è solo questione di bombe.

Ci sono altre forme, sottili, meno percepibili dall’opinione pubblica, ma nondimeno reali e pericolose, per condizionare la stampa. 

Che invece dev’essere riconosciuta come un presidio di libertà, specie in un momento storico in cui il far-west mediatico dei social sta trasformando la libertà di espressione in licenza. Il fatto che sul web ognuno possa dire quel che vuole dovrebbe far capire a tutti quanto invece è importante che l’informazione venga gestita da dei professionisti secondo regole e leggi ben precise. 

L’attentato a Ranucci e alla sua famiglia deve far comprendere a tutti, ma soprattutto al legislatore, quanto sia necessario che lo Stato s’impegni sempre di più per tutelare e sostenere la libertà di stampa .