Giovedì 6 novembre al Palazzo di Giurisprudenza dell’Università di Verona il convegno organizzato da Ve.G.A – Veronesi Giuriste Associate
Il nuovo reato di femminicidio, approvato in Senato e in attesa del via libera della Camera, divide il mondo giuridico e politico. C’è chi lo interpreta come un passo di civiltà, in grado di riconoscere la specificità della violenza di genere, e chi invece lo considera un intervento superfluo, convinto che bastasse rafforzare le aggravanti già previste per l’omicidio.
Il tema sarà al centro del convegno «Il nuovo reato di femminicidio. Voci a confronto», in programma giovedì 6 novembre alle 14.30 al Palazzo di Giurisprudenza dell’Università di Verona, in via Carlo Montanari 9.
L’incontro, organizzato da Ve.G.A – Veronesi Giuriste Associate in collaborazione con l’Ateneo scaligero, si inserisce nelle iniziative dedicate alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e arriva a pochi giorni dal femminicidio di Jessica a Castelnuovo del Garda, tragedia che ha riacceso il dibattito sull’urgenza di un’azione culturale e giuridica più incisiva.
«Un confronto necessario per rendere più efficace la tutela delle donne»
«Il dibattito ci impegna a guardare la realtà da più prospettive – spiega l’avvocata Sara Gini, presidente di Ve.G.A –. Sul nuovo reato convivono visioni diverse, ma il confronto è indispensabile per migliorare le proposte e rendere davvero più efficace la tutela delle donne. Alla vigilia del 25 novembre, questo incontro vuole trasformare la ricorrenza in un momento di riflessione e responsabilità».
Dopo i saluti istituzionali, interverranno l’avvocata Aurora D’Agostino (Foro di Padova, co-presidente dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici) con la relazione «Femminicidio: dalla cultura alla definizione normativa (e ritorno)».
D’Agostino, pur non opponendosi all’introduzione del termine nel Codice penale, sottolinea la necessità di un percorso più ampio di confronto: «Non si può semplicemente trasferire la parola “femminicidio” dal dibattito culturale al linguaggio giuridico senza prevedere risorse e strumenti adeguati. Inoltre, la norma rischia di complicare i processi e di introdurre l’idea di un ergastolo automatico, che il nostro ordinamento non prevede».
Di segno diverso l’intervento del dott. Francesco Menditto, già procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, che proporrà alcune «Riflessioni sul delitto di femminicidio».
«La norma – spiega Menditto – è pienamente coerente con i principi del nostro ordinamento. Per la prima volta viene data una definizione esplicita del delitto di femminicidio, individuandone le cause profonde e riconoscendo le motivazioni che spesso sono alla base di maltrattamenti e violenze. Le nuove aggravanti obbligheranno tutti gli operatori del diritto a indagare le radici della violenza: solo conoscendole potremo contrastarle davvero».
A seguire, la senatrice Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, interverrà con «Femminicidio: la potenza di una parola».
Chiuderà il prof. Roberto Flor, docente di diritto penale all’Università di Verona, con «Il femminicidio fra disvalore del fatto e disvalore dell’autore».
A moderare l’incontro sarà l’avvocata Federica Bedogni, del Foro di Verona e socia di Ve.G.A. Il convegno si concluderà alle 17.30 e rientra tra le iniziative promosse dagli assessorati comunali alla Parità di Genere e alle Pari Opportunità.
