E un indotto su Verona di 315 milioni di euro solo per la stagione 2025
Fondazione Arena con l’Opera Festival ha una ricaduta positiva sull’economia per 2 miliardi di euro di indotto, quasi 6 mila posti di lavoro e 206 milioni di euro di imposte. Ogni euro investito in Arena corrisponde, infatti, a 6,3 euro restituiti al Paese.
E’ quanto emerge dallo studio Nomisma che ha quantificato l’impatto economico, occupazionale e fiscale delle attività di Fondazione Arena, analizzandone anche il posizionamento all’interno del panorama lirico-sinfonico italiano.

La ricerca è stata presentata questa mattina a Milano, nella Tower Hall di UniCredit, dagli stessi ricercatori Nomisma che hanno condotto l’indagine: Barbara Da Rin, Emanuele Di Faustino e Riccardo Vecchi Lari. Ad analizzare i dati: Carlo Fontana Presidente Impresa Cultura Italia Confcommercio- giá Sovrintendente Teatro alla Scala 1990-2005, Severino Salvemini Professore emerito di Organizzazione aziendale dell’Università Bocconi di Milano, Luciano Monti Docente di Politiche dell’Unione Europea alla LUISS Guido Carli di Roma. Concordi sul prossimo obiettivo da raggiungere.

Fondazione Arena, fondazione unica
“L’unicità di Fondazione Arena deve essere riconosciuta attraverso lo statuto speciale” hanno detto Fontana e Salvemini. Per Monti: “I numeri facciano riflettere sull’impatto della cultura anche in vista della manovra di bilancio”.
Presenti il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, il Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia, con il Vicedirettore artistico Stefano Trespidi, il Presidente Nomisma Paolo De Castro, per UniCredit Francesco Mario Iannella, Head of Regione North East, e Stefano Gallo, Head of Territorial Development, e il Presidente di Fondazione Cariverona Bruno Giordano. A moderare l’evento la giornalista Sarah Varetto.
L’indagine mette in luce l’unicità di Fondazione Arena rispetto al panorama lirico-sinfonico italiano: il 71% del valore della produzione è dato da biglietteria, sponsorizzazioni e contributi privati. Solo il 29% deriva da contributi pubblici, a differenza delle altre Fondazioni a statuto ordinario che hanno una situazione praticamente inversa, con una media del 25% di risorse proprie e un 75% di contributi pubblici.
Si stima che i 404.715 spettatori dell’Arena Opera Festival nella stagione lirica 2025 abbiano generato una spesa per vitto, alloggio, shopping, attività ricreative e culturali, trasporti pari a ben 315 milioni di euro. Il valore della produzione generato in Italia dall’Arena Opera Festival grazie alle spese sostenute dagli spettatori della stagione lirica 2025 è stato quindi pari a complessivi 1.976 milioni di euro (impatto diretto, indiretto e indotto). Circa il 60% resta sul territorio della provincia – ben 1 miliardo e 127 milioni di euro. Il 20% – pari a 392 milioni di euro – si concentra in altre province Venete e un ulteriore 22% – pari a 447 milioni di euro – viene prodotto in altri territori italiani.
L’effetto erariale indotto dalla spesa turistica degli spettatori ammonta a complessivi 206 milioni di euro circa: di questi l’87% (pari a 179 milioni di euro) viene incassato dallo Stato, il 9% dalle Regioni (18 milioni di euro) e il restante 4% dai Comuni (circa 9 milioni di euro). Si stima che circa 4 milioni di euro (pari all’1,9% del totale) vengano incassati dal Comune di Verona tra tassa di soggiorno e imposte dirette e indirette, e che 14,1 milioni di euro (pari al 7% del totale) vadano nelle casse della Regione Veneto.
Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla cultura: “Nel 2022 quando sono stato nominato Sottosegretario di Stato alla cultura mi ero prefissato due obiettivi per l’opera italiana: il rinnovo del contratto collettivo nazionale, fermo da vent’anni, e il raggiungimento del riconoscimento UNESCO del Canto lirico. In pochi anni siamo riusciti a raggiungere entrambi i traguardi. L’arte del canto lirico è stata celebrata con una grande festa in Arena che sarebbe bello ripetere nel 2026.
Questo perché l’Arena è il simbolo dell’opera lirica nel mondo e Fondazione Arena è una impresa culturale che, partendo dai numeri, genera risultati di cui beneficia tutto il Paese. Tutto questo mettendo a frutto le risorse pubbliche, senza considerarle una forma di assistenzialismo ma un vero e proprio investimento che fa da innesco alle risorse private”.
Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena: “Oltre cento anni di storia hanno creato un fenomeno straordinario e un immenso valore di competenze. Fondazione Arena è l’unica istituzione lirico-sinfonica italiana che ha avuto origine da un Festival. E dall’iniziativa privata di uno dei più grandi tenori della storia: Giovanni Zenatello che nella sua città e nell’Arena investì quasi tutte le sue fortune. Attraverso il lavoro di questi anni abbiamo cercato di dar vita ad una impresa. I risultati presentati oggi dimostrano che investire in cultura genera ricchezza per l’intero Paese”.
“I dati presentati oggi dalla Fondazione Arena di Verona – commenta il senatore Matteo Gelmetti- confermano l’enorme valore economico, culturale e sociale di un’istituzione che rappresenta non solo il cuore pulsante della città, ma un autentico motore di sviluppo per l’intera regione”. Lo studio presentato oggi a Milano dimostra che, a fronte di un’attività concentrata nei soli mesi estivi, la Fondazione Arena riesce a generare una leva economica superiore a sei volte gli investimenti sostenuti: un risultato eccezionale.
Alla luce di tali risultati – conclude Gelmetti – appare necessario che anche la Regione Veneto e il Comune di Verona valutino un incremento della propria contribuzione diretta. La Regione, che oggi impiega risorse ancora limitate rispetto alla straordinaria leva economica generata, dovrebbe considerare la Fondazione Arena come un investimento strategico per l’intero territorio. Allo stesso modo, Palazzo Barbieri è chiamato a un impegno maggiore: la Fondazione Arena non è solo un ente culturale, ma un pilastro di crescita economica, occupazionale e turistica”.
Della stessa opinione Serena Cubico, componente del consiglio di indirizzo della Fondazione che commenta: “in un’ottica di tutela del Made in Verona, della valorizzazione delle PMI e del lavoro in Veneto, la Regione può e deve intervenire economicamente, soprattutto perché la città scaligera, non facendo parte dell’asse Padova-Treviso-Venezia che per 15 anni ha governato il Veneto, ha bisogno che i suoi asset abbiano un posto di rilievo nella nuova giunta. Se la Fondazione avesse un sostegno maggiore, senza dubbio, moltiplicherebbe i suoi investimenti e il valore aggiunto che già genera”
