E mette i puntini sulle ‘i’ per gli attacchi di ‘Report’
Nella splendida cornice di Palazzo Maffei il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha organizzato nel pomeriggio di sabato 15 novembre il convegno “Veneto. Un modello per la cultura”.
Ad accompagnarlo uno dei più brillanti intellettuali della ‘destra’ italiana, Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia. Hanno partecipato al dibattito la sovrintendente della Fondazione Arena di Verona Cecilia Gasdia, il sovrintendente del Teatro La Fenice di Venezia Nicola Colabianchi, il presidente del Teatro stabile del Veneto Giampiero Beltotto, il direttore artistico del Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia Paolo Valerio, nonché gli assessori alla cultura della Lombardia, del Friuli Venezia Giulia e della Liguria. Tutta piena grande sala al secondo piano del palazzo. Pubblico molto attento. Presenze qualificate e importanti.
Mazzi non s’è lasciato sfuggire l’occasione per un intervento, più politico che introduttivo, prendendo spunto dai recenti attacchi che la trasmissione Report ha portato alla conduzione del suo ministero, marcata Fratelli d’Italia. Solo nell’ultima puntata di domenica scorsa aveva puntato il dito sulla presunta mancanza di trasparenza sui finanziamenti a delle società circensi e sui componenti delle commissioni ministeriali che li decidono.

Mazzi ha tenuto a smantellare punto per punto tutte le illazioni, prima fra tutte quella secondo la quale vi sarebbe da parte sua un atteggiamento fazioso nei confronti della sinistra. Peccato, ha detto, che ci siano fior fiore di dirigenti e sovrintendenti di chiara marca Pd con i quali il sottosegretario collabora attivamente per sul semplice fatto che sono “bravi”. Quindi non si guarda alla tessera bensì al valore delle persone.
Nessuna discriminazione, quindi. Ma semplicemente il fastidio della sinistra di non avere più il monopolio della cultura che da decenni considera ‘cosa sua’. Con l’avvento del governo Meloni la musica è cambiata radicalmente perché alla logica della fedeltà politica s’è sostituita quella della competenza e della capacità. Propio come testimoniano gli esempi portati da Mazzi.
Per quel che riguarda poi la composizione delle commissioni specifiche il sottosegretario ha ammesso di avere anche lui dei dubbi sul fatto che il più delle volte gli esperti chiamati a farne parte sono anche persone che lavorano nel settore e che quindi in alcuni casi possono presentare un conflitto d’interessi, come ventilato da Report. Un problema annoso e praticamente irrisolvibile, ha notato Mazzi, perché se si sceglie la competenza ciò diventa inevitabile.
E se invece si preferisce la terzietà viene meno la competenza. L’unica strada, ha concluso, è quella che i commissari competenti escano quando vengono trattati argomenti che li coinvolgono, esattamente come avviene nei consigli comunali quando un consigliere esce dall’aula se la delibera da votare coinvolge dei suoi interessi. Mazzi ha annunciato l’avvio di un gruppo di studio indipendente, guidato dal giurista Giorgio Assumma, per proporre una revisione dei criteri di assegnazione dei fondi allo spettacolo dal vivo. L’obiettivo è superare un impianto fondato su «algoritmi incomprensibili» e su logiche che «premiano chi perde, non chi produce risultati».
Mazzi vuole per Fondazione Arena uno statuto speciale per la sua unicità
A conclusione del suo intervento Mazzi non ha mancato di ringraziare Cecilia Gasdia per il grande successo non solo artistico ma anche economico della Fondazione Arena, certificato da Nomisma proprio nei giorni scorsi. Da cui si evince, ha concluso il sottosegretario alla Cultura, che «la Fondazione Arena è qualcosa di unico, diverso da tutte le altre fondazioni, e che per questo merita un riconoscimento ed uno statuto speciale».
