(Francesca Romana Riello) Ci sono numeri che, messi insieme, raccontano un cambio di stagione. Il 2025 segna un turismo che non cresce solo in quantità, ma anche nella qualità della domanda: chi arriva si ferma di più, spende di più e vive la città come esperienza, non come tappa veloce.
L’incontro organizzato da Destination Verona & Garda Foundation ha offerto una fotografia ampia, presentata da Paolo Tosi, che ha ricordato come il Veneto abbia costruito negli anni un sistema condiviso tra Regione, fondazioni territoriali ed enti locali. Verona è stata la prima ad applicarlo in maniera stabile, grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio e Comuni, riuscendo a dare continuità a un metodo di lavoro che oggi fa scuola.

Un modello veneto che funziona
La forza del sistema sta nella capacità di leggere i mercati e di intervenire con strategie dedicate. Il caso della Polonia lo dimostra: da presenza marginale a mercato solido attraverso un lavoro graduale su analisi, collegamenti e preparazione del territorio. Un percorso che oggi si sta replicando sugli Stati Uniti, dove i nuovi voli da Parigi stanno già mostrando effetti concreti nei flussi verso Verona e il Garda.
Turismo con flussi in crescita e permanenze più lunghe
Sul fronte dei numeri, l’Osservatorio segnala un’occupazione media degli hotel del 73,2% da gennaio a ottobre, con punte oltre il 90% nei mesi centrali e nei weekend degli eventi. Le strutture monitorate generano 82 milioni di euro, superando i ricavi del 2024. La permanenza media sale a 2,7 notti, con luglio oltre le 3.
Anche l’extralberghiero conferma la tendenza: 3,11 notti di permanenza media, capacità in crescita e un’occupazione che supera il 55% nei mesi di punta. Nel centro storico si contano 2.640 strutture, segno di un turismo che non si limita più al weekend.
La spesa segue lo stesso andamento: nel solo Comune di Verona si registrano 150 milioni di euro da gennaio a settembre, con luglio che raggiunge valori quasi tripli rispetto al 2022. A trainare sono soprattutto
Germania, Regno Unito e Svizzera, mercati che mantengono salda la loro presenza.
Eventi, nuovi mercati e la cultura del dato
Vinitaly, i concerti estivi e Marmomac hanno spinto l’occupazione oltre il 90%, contribuendo a consolidare i ricavi. Ma il punto più innovativo riguarda la capacità del territorio di basarsi su strumenti aggiornati: l’integrazione dei dati HBenchmark, Lighthouse e Mastercard consente analisi quotidiane su prenotazioni, presenze e comportamenti di spesa, fornendo indicazioni immediate agli operatori.
“Capire il turismo giorno per giorno è fondamentale”, ha osservato Maurizio Russo, presidente di Federalberghi Confcommercio Verona, ricordando come la permanenza media sia ormai uno degli indicatori più affidabili per misurare la solidità della destinazione.
Una crescita che il territorio vuole accompagnare con equilibrio, monitorando nuovi mercati come India, Messico e Brasile e mantenendo un’attenzione costante sulla qualità dell’esperienza, per chi arriva e per chi Verona la vive ogni giorno.
