La Regione sia aggregatore delle PMI e investa nel mercato interno”

Verona vale il 20% del PIL dell’intero Veneto, una quota che si traduce in circa 35 miliardi di euro. Un dato che, secondo Serena Cubico – professoressa di Organizzazione aziendale e candidata di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale deve spingere la Regione ad assumere un ruolo più incisivo nel supporto alle imprese, soprattutto alle piccole e medie aziende che costituiscono l’ossatura economica del territorio.

Il commento arriva alla luce dell’analisi realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications con La Sapienza di Roma, che colloca Verona all’ottavo posto nazionale per vivacità del mercato e presenza di PMI, pur registrando un lieve calo.

Secondo Cubico, le PMI venete generano oltre il 50% del PIL regionale, pari a circa 120 miliardi di euro l’anno. Tuttavia, i segnali congiunturali non sono incoraggianti: nel secondo trimestre 2024, come evidenziato dai dati UnionCamere, il fatturato complessivo delle imprese venete ha registrato una variazione tendenziale negativa dello 0,8%, mentre l’export è cresciuto di quasi il 2%. A preoccupare è soprattutto la contrazione del mercato interno, tema su cui – sostiene Cubico – la Regione deve intervenire con urgenza.

Quelli che un tempo erano i distretti produttivi, che hanno reso celebre il modello economico italiano e veneto, oggi stanno affrontando difficoltà significative – spiega Cubico –. La Regione Veneto, attraverso l’assessorato allo Sviluppo economico, può e deve svolgere un ruolo attivo per sostenerli”.

La proposta avanzata dalla candidata di FdI punta sulla creazione di un sistema regionale capace di favorire l’aggregazione tra imprese appartenenti alle stesse filiere produttive. “Con un’iniziativa semplice – afferma – la nuova giunta potrà diventare un punto di riferimento per migliaia di PMI: l’obiettivo è creare agglomerati di aziende collegati da un’unica filiera, offrendo loro un modello organizzativo comune che le renda più competitive sui mercati”.

Tra le priorità indicate:

  • costruire infrastrutture digitali condivise e all’avanguardia;
  • investire nel capitale umano, con formazione mirata e sviluppo delle competenze;
  • rafforzare l’organizzazione aziendale per affrontare un mercato in costante trasformazione.

Secondo Cubico, la globalizzazione e la pressione delle multinazionali hanno indebolito la base produttiva che storicamente ha alimentato il made in Italy. Tuttavia, conclude, “la Regione Veneto può ridare linfa a uno dei comparti più produttivi d’Italia, sostenendo le imprese nel processo di adattamento e rilancio”.