Stefani supera il 60% e doppia il candidato del centrosinistra.

( articolo in aggiornamento) Non è certo una sorpresa. La vittoria del centrodestra era scontata. D’altra parte il Veneto è la regione più di destra d’Italia. Impensabile che il centrosinistra ce la potesse fare. Ora che i risultati cominciano ad affluire si può affermare che ancora una volta il Veneto ha scelto il centrodestra con una maggioranza schiacciante.

L’incognita era solo l’effetto che avrebbe avuto la candidatura alla presidenza di un giovane deputato leghista padovano, il 32enne Alberto Stefani. Una candidatura difficile dopo 15 anni di Zaia, il governatore più amato d’Italia, quello che durante il Covid aveva tenuto un punto stampa tutti i giorni, ma proprio tutti, Natale compreso, per tenere informati i Veneti. Cosa non da tutti. Una forma di rispetto sostanziale, non formale, che va solo a suo onore.

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Alberto Stefani

Un’altra difficoltà era rappresentata dalla scelta di dare la candidatura alla presidenza alla Lega, che pur radicata più d’ogni altra forza politica, aveva a pur sempre un terzo dei voti di FdI. L’elettorato meloniano avrebbe capito? Avrebbe votato ancora una volta un leghista? 

Quindi succedere a Zaia non era cosa facile. A cominciare dalla raccolta del consenso. E questo è arrivato, puntuale come un  orologio svizzero. Naturalmente i risultati finora affluiti sono parziali e non ufficiali. Ma la tendenza è chiara. Dei dettagli, dei voti di lista e delle preferenze se ne parlerà quando avremo a disposizione più informazioni.

Dai primi dati emerge un grande risultato della Lega che, trainata dal candidato presidente e da Zaia supera il 34%. Tonfo invece per FdI che dimezza i voti, passando dal 38% al 19%. FI per ora non raggiunge la doppia cifra.

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Paolo Borchia

Grande soddisfazione dal deputato europeo veronese Paolo Borchia, segretario provinciale del Carroccio, che dichiara:

La vittoria del centrodestra in Veneto conferma la solidità del nostro progetto politico e il radicamento profondo della Lega nei territori. La scelta di Alberto Stefani come nuovo presidente della Regione Veneto rappresenta un passaggio significativo, che garantirà continuità amministrativa, serietà e una visione concreta per lo sviluppo della nostra comunità regionale.”

“Desidero ringraziare Luca Zaia per il lavoro eccezionale svolto in questi anni: ha guidato il Veneto in modo autorevole e competente, consolidando la credibilità della nostra regione in Italia e in Europa. Un ringraziamento va anche al segretario federale Matteo Salvini, il cui impegno ha permesso che il centrodestra individuasse nella Lega il candidato alla presidenza, riconoscendo il ruolo fondamentale del nostro movimento all’interno della coalizione.”

“Il risultato ottenuto – prosegue Borchia – è frutto del lavoro straordinario dei nostri militanti, degli amministratori e di tutti coloro che quotidianamente si impegnano per dare risposte reali ai cittadini. Con Stefani la regione potrà proseguire il percorso intrapreso negli ultimi anni, rafforzando l’autonomia, sostenendo le imprese, valorizzando il capitale umano e garantendo servizi efficienti sul territorio.”

“Come Lega – conclude – continueremo a lavorare con responsabilità e determinazione, consapevoli dell’importanza delle sfide che ci attendono e della fiducia che i veneti hanno voluto rinnovarci.”

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Giorgio Massignan

Di tono diverso il commento di Giorgio Massignan, storico esponente del mondo ambientalista e attento osservatore politico. Osserva che la percentuale dei votanti è in calo vertiginoso: -11,46 in Campania, -14,61 in Puglia e addirittura -16,52 in Veneto! «Allarmante è l’ulteriore calo dei votanti. Nelle tre regioni l’astensionismo ha superato il 50%. Ci si chiede che valore possano avere elezioni che non raggiungono nemmeno la metà degli aventi diritto al voto.
Coloro che non partecipano alle votazioni hanno le loro responsabilità, ma molte di più le ha il sistema politico-partitico che sembra non preoccuparsi troppo del drammatico calo della popolazione al voto.
I partiti dovranno meditare a fondo su questo aumento dell’astensionismo, la stessa democrazia è a rischio».

Giovanni Diamanti. Mai tanti astenuti

Giovanni Diamanti, presidente e co- fondatore di YouTrend, ha innanzitutto rimarcato “il dato dell’affluenza, che si attesta al 44.6%, estremamente negativo per una regione, come il Veneto, che ha sempre trainato, a livello nazionale, la partecipazione al voto. Il calo è piuttosto omogeneo in tutto il Veneto, ma una flessione maggiore si registra nelle province di Rovigo, di Venezia e di Verona, quindi nel sudovest della regione e lungo la costa. Purtroppo, questo è il peggior dato di sempre sull’affluenza nella storia delle elezioni regionali in Veneto, che si colloca al decimo posto nella classifica nazionale della più bassa affluenza per consultazioni regionali.” 

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Il presidente di YouTrend ha però sottolineato come “nel 2020, in pieno periodo Covid, l’affluenza era stata particolarmente elevata (61.1%), ‘spinta’ da un forte avvicinamento dei cittadini alle istituzioni in un momento molto difficile per la regione e per l’intero Paese.”

Diamanti ha poi annunciato che “Alberto Stefani è eletto Presidente della Giunta regionale del Veneto con un margine importante: più di 30 punti sul candidato secondo in classifica, Giovanni Manildo. La Lega sarebbe sorprendentemente primo partito, con un vantaggio molto ampio sulla seconda forza, Fratelli d’Italia. Entrerebbe nel prossimo Consiglio regionale Riccardo Szumski, che forse potrebbe non essere il solo della sua lista a varcare la soglia di palazzo Ferro Fini.”

Giovanni Diamanti ha quindi messo in evidenza che “quello registrato sarebbe il secondo miglior risultato di sempre per la coalizione di Centrodestra, dopo l’exploit del 2020, mentre per quella di Centrosinistra si tratterebbe del quarto miglior risultato. Il risultato complessivo ottenuto da tutti gli altri candidati presidente, il 7%, rappresenterebbe quello più basso di sempre.”

Diamanti ha infine fornito una prima fotografia della distribuzione dei voti a livello regionale. “Nei comuni capoluogo – ha detto – Alberto Stefani vincerebbe 52 a 43%, con una ‘forbice’ di più 9% su Giovanni Manildo; mentre nei comuni non capoluogo il risultato sarebbe ancora più ampio: 63 a 31%. Dato che nei piccoli comuni raggiungerebbe addirittura la ‘forbice’ del più 45%. Queste percentuali esprimono in modo chiaro la forza importante esercitata dalle liste e dai candidati del Centrodestra nei comuni più piccoli, mentre il Centrosinistra risulterebbe più competitivo nei comuni più grandi.”