In Veneto crescono gli over 65 e cala la partecipazione al voto

L’astensionismo non è solo una questione di disaffezione verso la politica. Tra le cause un ruolo sempre più significativo lo gioca la trasformazione demografica, con una popolazione che invecchia e un numero crescente di cittadini che, per ragioni di salute o disabilità, non riescono materialmente a recarsi alle urne.

Se dal 1948 al 1976 la percentuale di votanti oscillava tra il 92 e il 94%, e fino al 2008 restava stabilmente sopra l’80%, negli ultimi anni la caduta è stata verticale: 63,9% alle politiche del 2022, 49,7% alle europee del 2024 e appena 37,2% alle ultime regionali del Lazio. Le più recenti consultazioni del 2025 non hanno invertito la tendenza, con affluenze comprese tra il 41,7% della Puglia e il 50% delle Marche.

Astensionismo direttamente proporzionale all’invecchiamento

A sottolineare il peso del fattore anagrafico è l’Ufficio comunicazione dell’Unsic, sindacato datoriale attivo su tutto il territorio nazionale e membro del Cnel, che ha elaborato dati Istat, Inps, Inail e Censis.
“Il primo elemento da considerare è l’invecchiamento progressivo della popolazione italiana – spiega Giampiero Castellotti, responsabile comunicazione Unsic. – L’indice di vecchiaia è passato dal 131,7 del 2002 al 207,6 di oggi, e l’età media da 41,9 a 46,8 anni. Gli ultrasessantacinquenni, che vent’anni fa erano il 18,7% della popolazione, oggi rappresentano il 24,7%, pari al 30% dell’intero corpo elettorale”.

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Il fenomeno è evidente anche in Veneto, dove la quota di over 65 è cresciuta dal 18,3 al 24,9%, con la punta massima in provincia di Rovigo (28,6%) e la più bassa a Verona (23,6%). L’età media regionale è salita da 42,3 a 47,1 anni: le province più “anziane” risultano Rovigo (49,5), Belluno (49,1) e Venezia (48,2), mentre le più “giovani” sono Verona (46,2), Vicenza (46,5) e Treviso (46,6). Padova si allinea al dato medio regionale.

All’invecchiamento si affianca un aumento significativo del numero di persone con disabilità. Secondo le stime, in Veneto vivono circa 235mila cittadini con limitazioni gravi, una fascia che incide sempre più sul dato dell’astensione.
“I dati Inps raccolti dal nostro patronato Enasc – sottolinea Domenico Mamone, presidente dell’Unsic – mostrano che dal 2002 al 2025 le prestazioni per i cittadini disabili sono raddoppiate, passando da 1,7 a 3,4 milioni, di cui 2,5 milioni per invalidi civili e 630mila per invalidi parziali. Parliamo di quasi il 6% della popolazione.

L’Istat rileva inoltre che quasi 3 milioni di italiani hanno limitazioni gravi e oltre 9 milioni limitazioni non gravi. Escludendo i minori, si può stimare che il 4-5% dell’elettorato sia fisiologicamente impossibilitato a votare. Una percentuale destinata a crescere con l’aumentare dell’età media”.

In sintesi, se da un lato una parte crescente di cittadini sceglie consapevolmente di non recarsi alle urne, dall’altro si allarga la fascia di chi non può esercitare questo diritto. L’astensionismo, dunque, non è solo il segnale di una crisi di fiducia nella politica, ma anche il riflesso di un Paese che invecchia e che, per ragioni anagrafiche e di salute, rischia di perdere progressivamente la propria voce nelle urne.