Crosetto precisa che non vuol tornare alla nata
( a.o.) Una riserva militare ausiliaria su base volontaria pronta a intervenire in caso di necessità. E’ la proposta del ministro della Difesa Guido Crosetto. Obiettivo: aumentare la capacità operativa dello Stato e colmare il gap numerico delle Forze armate.
Un modello ispirato agli esempi tedesco e francese
Crosetto spiega che il modello pensato dall’Italia non è molto distante da quello tedesco, fondato anch’esso sulla volontarietà, sebbene con alcuni automatismi in caso di emergenza. Più distante invece l’approccio francese, completamente su base volontaria.
Il nuovo ddl non si limiterà a ridefinire il numero del personale militare, ma punterà a ridisegnare la struttura organizzativa e le regole di impiego per garantire la difesa del Paese nei prossimi anni.

Una riserva di 10 mila professionisti
La riserva militare ausiliaria potrà arrivare a un massimo di 10mila unità. Il personale sarà composto da ex militari o da cittadini in possesso di specifiche competenze, sempre su base volontaria. Una volta reclutati, i membri saranno formati e addestrati periodicamente, rimanendo a disposizione dello Stato come supporto in caso di crisi o conflitti, con attività non direttamente operative nei teatri di guerra e per interventi in caso di calamità naturali, come già avviene per le Forze Armate
L’idea è quella di costituire un bacino di professionisti specializzati senza reintrodurre la leva obbligatoria.
Il nodo del personale e la richiesta di un aumento degli organici
Attualmente le Forze armate italiane contano poco più di 160mila uomini e donne in servizio, lontani dal limite massimo di 170mila fissato dalla legge 244. Una soglia che, secondo Crosetto, è ormai superata dai tempi. Il ministro ritiene necessario aumentare gli organici di almeno 30-40mila unità per garantire l’efficienza della difesa nazionale, soprattutto alla luce delle sfide globali e del nuovo contesto strategico internazionale.
La nuova frontiera: cyberdifesa, tecnologie e IA
Crosetto ha inoltre evidenziato l’urgenza di reclutare 10-15mila unità specializzate nel settore tecnologico e nella lotta alla guerra ibrida, sempre più legata all’Intelligenza artificiale e alle infrastrutture digitali.
Di queste, circa 5mila sarebbero destinate esclusivamente al comparto cyber, oggi uno dei più esposti e strategici per la sicurezza nazionale.

Nel 2022 ‘Adige, scriveva: “E’ giunto il momento, dopo l’abolizione della leva obbligatoria, di istituire la Guardia Nazionale. Ogni giovane, finiti gli studi, avrebbe l’obbligo di frequentare per un certo periodo nella zona di residenza, con dei richiami periodici. Una scuola militare nella quale gli vengono impartite le nozioni fondamentali di disciplina militare, difesa personale e uso delle armi.
Una volta compiuto l’addestramento, finalizzato ad avere del personale idoneo da affiancare alle Forze Armate in caso di guerra, di esigenze di ordine pubblico o di calamità naturali, il giovane potrà scegliere se continuare a far parte della Guardia Nazionale o essere inserito nella “riserva”.
Il risultato sarebbe innanzitutto di avere dei giovani formati alla disciplina e al sacrificio, insiti nell’appartenenza ad una corpo militare, un momento che dopo l’abolizione della leva obbligatoria è venuto a mancare. Inoltre la comunità nazionale potrebbe far conto su una forza armata che oggi non c’è e che potrebbe essere utilizzata, non solo nella protezione civile ma anche, sempre sperando non ce ne sia mai bisogno, in caso di guerra.

Come in Svizzera, ogni cittadino sarebbe in grado di imbracciare un fucile ed usarlo per difendere la propria casa e la propria patria. Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, preparati alla guerra“. Quello che oggi propone Crosetto non è una novità. L’Adige sostiene da anni che è necessario “tra la naja e il nulla” fare qualcosa per la sicurezza nazionale e per i nostri giovani. Quindi, senza tornare alla leva obbligatoria, è necessario coinvolgere i giovani per preparali a difendere la Patria. Anche se non ora, ciò non toglie che si deve essere sempre pronti, mentalmente e militarmente, a difendere la nostra sicurezza dai pericoli esterni e interni.
