Lo confermano I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology

(a.p.) Alcuni ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno dimostrato, ancora una volta, che Leonardo da Vinci aveva ragione, questa volta riguardo al suo progetto di un ponte dalla struttura rivoluzionaria che andava edificato a Istanbul, passata alla Turchia nel 1453.

Nel 1502, durante l’estate, abbandonata Milano invasa dai Francesi, Leonardo si trovava con Cesare Borgia ad Arezzo, e venne da lui assunto come ingegnere militare.  Deve avervi incontrato il suo concittadino, Nicolò Machiavelli e fu presentato a una delegazione turca che arrivò al campo per incontrare il potente figlio del Papa. Leonardo successivamente disegnò per loro un ponte per collegare Pera con Galata, seguendo il desiderio del sultano ottomano Bayezid II.

La proposta di Leonardo era radicalmente diversa dai ponti standard dell’epoca. Come descritto dal gruppo del MIT, doveva essere lungo 240 metri e sarebbe stato costituito con un arco appiattito, un sistema rivoluzionario in occidente ma già conosciuto e utilizzato in Cina.

Il ponte sarebbe stato di gran lunga il più lungo al mondo all’epoca, con uno stile di progettazione radicale, soppiantando per lunghezza di arcata il ponte di Castelvecchio a Verona, che era stato fatto costruire da Cangrande II nel 1356 e che, con i suoi 48.70 mt possedeva la campata più lunga d’Europa.

Come per il Ponte Vecchio di Firenze non ci dovremmo stupire se in futuro emergeranno collegamenti anche fra lo scaligero ponte di Castelvecchio e la Cina. Infatti, per secoli i cinesi vennero considerati i migliori costruttori di ponti del mondo.

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Ponte di Anji in Cina. Fu costruito dal 595 al 605.

Non erano solo la lunghezza o lo stile a distinguere il ponte di Leonardo. Aveva anche caratteristiche di sicurezza inedite all’epoca. Una delle sfide più grandi che qualsiasi progetto di ponte deve affrontare è quella di dover resistere alle condizioni atmosferiche, compreso il vento.

I forti venti possono causare l’oscillazione laterale di molti ponti, compresi quelli relativamente moderni del XX secolo, provocandone il crollo. Leonardo avrebbe aggiunto le cosiddette pareti alari, o spalle laterali, ai lati del ponte, per stabilizzarlo in condizioni climatiche avverse. Oggi sono elementi costruttivi comuni nei ponti moderni.

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Il ponte di Leonardo in Norvegia

“Era un progetto incredibilmente ambizioso”, ha affermato Karly Bast, laureata al MIT, che ha lavorato al progetto insieme al professore di architettura e ingegneria civile e ambientale John Ochsendorf e a Michelle Xie del MIT. “Era circa 10 volte più lungo dei ponti tipici dell’epoca”.

Bast, Oschsendorf e Xie hanno analizzato i documenti disponibili relativi al ponte, i possibili materiali e metodi di costruzione dell’epoca e le condizioni geografiche dell’estuario del fiume allora noto come Corno d’Oro, oggi chiamato Haliç, dove il sultano voleva che fosse costruito il ponte.

Troviamo questi suoi disegni in un piccolo codex, il Quaderno L conservato a Parigi e rubato dai francesi di Napoleone. Antonio Canova che andò a Parigi a chiederne la restituzione dopo Waterloo dimenticò i suoi quaderni ma perlomeno ottenne di riavere il Codice Atlantico e altre carte di Leonardo.

Leonardo non specifica quali materiali sarebbero stati necessari, ma il team del MIT ipotizza che Leonardo si riferisse alla pietra: né il legno né i mattoni sarebbero stati in grado di sostenere un ponte di quelle dimensioni all’epoca. Anche il termine “muratura” ha fornito al team un indizio sulla strategia progettuale. Come i classici ponti in muratura dell’antica Roma, che Leonardo conosceva bene, il ponte sarebbe stato sostenuto esclusivamente dalle forze fisiche e dalla gravità, senza bisogno di elementi di fissaggio o malta.

È “il potere della geometria” che lo rende possibile, ha affermato Bast. “Si tratta di un concetto forte. È stato ben studiato”. Ulteriori test hanno dimostrato che il ponte avrebbe potuto resistere ai terremoti in misura molto maggiore rispetto agli altri ponti dell’epoca.

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Il Quaderno L, conservato a Parigi

Ci sono ancora dei misteri che circondano il progetto. “Questo schizzo è stato fatto a mano libera, qualcosa che ha realizzato in 50 secondi, o è qualcosa su cui si è davvero seduto e ha riflettuto a fondo? È difficile da capire”.

Le note di Leonardo furono interpretate come una sua fantasia, fin quando nel 1952 non fu ritrovata una nota nell’archivio del Sultano, con la quale si dimostra che la corrispondenza su quel ponte era davvero scambiata.

Franz Babinger, un orientalista dell’Università di  Gottingen e autore del libro F. Babinger, L.H. Heydenreich, Vier Bauvorschläge Lionardo da Vinci’s and Sultan Bajezid II, Vandenhoeck & Ruprecht, Gottinga, 1952, scoprì negli archivi del Palazzo Topkapi di Istanbul una nota in turco di una lettera spedita da Leonardo Da Vinci, verso il 1503, al Sultano Bayezid II, con la quale proponeva di  costruire un ponte ad arcata unica sopra al Bosforo, avente 240 metri di lunghezza e 24 metri di larghezza. In fondo, v’è una nota che dice: “Un infedele di nome Leonardo l’ha spedita da Genova”.

Questa è una lettera in cui Leonardo sostiene anche di saper costruire mulini a vento e pompe per estrarre l’acqua dalle navi. Poi parla del ponte sul Corno d’Oro:

 “Io, il Vostro servo, ho sentito della Vostra intenzione di costruire un ponte da Istanbul a Galata, e che non l’avete ancora realizzato per l’impossibilità di trovare un architetto in grado di realizzarlo. Io, il Vostro servo, so come farlo. L’alzerei all’altezza d’un edificio, in modo tale che nessuno può attraversarlo perché è troppo alto… lo farò in modo che una nave ci possa passare sotto anche con le vele alzate. Farei un ponte levatoio, così quando uno vuole, può passare alla Costa Anatolica… Che Dio Vi faccia  credere queste parole, e considerare che questo servo Vostro sarà sempre al Vostro servizio”.

Leonardo doveva aver studiato bene l’area per poter riportare la distanza da una sponda all’altra: circa 244 metri.  Può darsi che ebbe le misure mentre stava a Genova o a Roma, forse da uno degli ambasciatori del Sultano, tant’è che, secondo il Vasari, Michelangelo fu anche lui disposto a progettare quel ponte per il Sultano. Un ponte simile fu eretto su scala minore a Oslo, in Norvegia, sulla falsariga del celebre disegno di Leonardo Da Vinci, basato sulla compressione della volta: facendo di sé spalle a sé medesimo come dice Leonardo.

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Il ponte di Galata a Istanbul

Il ponte progettato da Leonardo assomiglia al ponte di Calatrava di Venezia che, come è noto, ha molti di problemi, ma ancor di più, assomiglia al Ponte di Anji in Cina, a Zhaozhou, nella  provincia meridionale del Hebei. Fu costruito dal 595 al 605.costruito fra il 589 e il 618, con un singolo arco di 37 metri e con un rialzo di 7 metri.

Leonardo
Il libro del nostro collaboratore, Angelo Paratico, nel quale si discute anche del ponte di Leonardo e si indagano le possibili origini della rivoluzionaria idea del genio fiorentino.

Il primo ponte di Galata fu costruito con del legno. Fu rimpiazzato  nel 1863, 1875 e quello del 1912 resse sino al 1992. Fu distrutto da un incendio e ricostruito nel 1994 ed è quello che vediamo oggi.