(Attlio Zorzi) La legge di bilancio si avvia verso l’approvazione. C’è ancora un po’ di lavoro da fare tra Senato e Camera in vista di fine anno, ma sotto il profilo degli incentivi alle imprese il maxi emendamento presentato dal governo è un testacoda clamoroso. Con l’ipotizzata cancellazione dei moduli fotovoltaici made in UE di categoria A, si va a togliere completamente tutta la portata di efficienza energetica della misura, dato che gli altri moduli nella pratica non sono disponibili sul mercato.

Infatti, la legge di bilancio prevede l’inserimento di un’agevolazione fiscale per le imprese che fanno investimenti in macchinari ed impianti fotovoltaici made in UE, per tutelare le nostre filiere produttive, tuttavia con questo emendamento si rischia di escludere la possibilità di investire negli impianti di autoproduzione di energia, perché vengono esclusi i prodotti made in UE disponibili sul mercato.

In questo contesto, infatti, sarebbe auspicabile rimodificare larticolo 94, reinserendo i moduli di categoria A, gli unici presenti sul mercato. Altrimenti si escluderebbe totalmente la transizione energetica dalla disciplina dell’iperammortamento, poiché i moduli di categoria B non sono attualmente in produzione e non ce ne sono di iscritti nel registro di ENEA delle tecnologie fotovoltaiche ammissibili a contributo, mentre i moduli di categoria C sono, in buona sostanza, solo quelli prodotti dalla 3Sun di Enel nello stabilimento di Catania, in quantità ristrettissime e sufficienti a malapena per i progetti della stessa Enel.

Testacoda che renderebbe inapplicabile la norma

Certamente si voleva incentivare la produzione italiana, ma non é questo il modo, poiché non vi sono produttori a sufficienza per la richiesta e quindi, tale scelta renderebbe inapplicabile la normativa per tutta la componente di energie rinnovabili. Un errore molto grave, soprattutto in un mercato energetico, come quello italiano, caratterizzato da costi elevatissimi rispetto a tutto il resto dell’Europa. 

Oggi, troppe leggi hanno problemi solo perché non si ascolta chi quelle leggi, deve poi usarle concretamente, quindi sostengo da sempre la necessità di un confronto con le istituzioni per tutelare le filiere produttive e supportare le aziende manifatturiere nei loro investimenti.

Senza questo riallineamento la misura di cui all’articolo 94 diventerebbe una semplice 4.0 sotto forma di iperammortamento e non di credito d’imposta, disattendendo completamente le necessità energetiche del nostro Paese e della nostra manifattura, sempre più penalizzata proprio per i costi energetici.