Giorgio Massignan, presidente dell’osservatorio territoriale Verona Polis in una conferenza stampa tenuta in sala Pasetto a palazzo Barbieri ha illustrato la posizione dell’associazione sui metodi ed i contenuti della pianificazione territoriale a Verona.

Il nuovo PAT secondo Massignan ha iniziato il suo iter con alcuni peccati originali che ne condizionano i contenuti. 

“Non si capiscono i motivi per cui, prima di accingersi ad affrontare una nuova pianificazione non si è tentato di modificare le scelte urbanistiche definite dal PAQE.  L’attuale situazione economica, sociale e urbanistica – osserva il presidente di Verona Polis-  è totalmente cambiata rispetto a quando la Regione introdusse il Piano d’Area.  Inoltre, una norma assurda sancisce che se gli interventi edilizi sono eseguiti in area PAQE, non vengono considerati consumo del suolo”. 

Verona Polis critica la pianificazione ascoltata. Non partecipata

Un’altra critica all’amministrazione riguarda l’approvazione di interventi importanti per l’equilibrio del territorio e per lo sviluppo economico della città durante la stesura del PAT. E’ un errore, dice Massinan. “La pianificazione del territorio dovrebbe essere fatta a bocce ferme, ma così non è stato e il Consiglio comunale ha deliberato di trasformare l’area agricola della Marangona, di un milione e mezzo di metri quadri in edificabile. 

Sarebbe stato opportuno, prima di tale scelta, eseguire la mappatura delle   tante aree industriali dismesse, per poi preparare i conseguenti piani di rigenerazione, che avrebbero potuto sostituire le funzioni destinate alla Marangona, dove si sarebbe potuto realizzare un parco agricolo”. 

Massignan non condivide nemmeno il metodo usato dall’amministrazione. La pianificazione del territorio dev’essere partecipata con i cittadini. Invece ancora una volta Verona ha una pianificazione “ascoltata”, che lascia il potere discrezionale delle scelte d’uso del territorio agli amministratori e ai pochi “eletti” attraverso le “Manifestazioni d’Interesse”.

Durante la conferenza stampa è anche stata evidenziata la contraddizione dell’amministrazione di sostenere la necessità di aumentare il numero di abitanti nel comune di Verona e, in particolare, nel Centro Storico, ma nel frattempo permettere l’apertura di nuovi hotel, ovviamente in deroga, che favoriscono solo il turismo.

“Nel nuovo strumento urbanistico – afferma Massignan- sono presenti la complanare nord con il Traforo delle Torricelle per collegare la Valpantena e la zona orientale con quella a nord della città; la strada di Gronda per facilitare le comunicazioni tra Verona sud, la Marangona e il Quadrante Europa con il casello autostradale di Verona nord; una Mediana per congiungere la parte est con quel sud; e il prolungamento della Transpolesana 434 fino a Basso Acquar. 

Queste infrastrutture viabilistiche contrastano con l’obiettivo di trasferire buona parte della mobilità dal mezzo privato su gomma a quello pubblico. 

“Nel 2024, Verona è stata la terza peggiore città in Italia per inquinamento atmosferico, con 66 giornate di smog oltre i limiti di legge.   La pianificazione di tanti, troppi poli logistici potrà provocare un intenso traffico di TIR a Verona sud, con relativi scarichi inquinanti.  Nella relazione del Preliminare al Piano, si evince l’obiettivo di contenere l’uso del suolo, ma la vicesindaca Bissoli ha previsto la costruzione di 5.500 nuovi alloggi in dieci anni, non spiegando dove e se da ristrutturazioni o da nuova edilizia. 

Verona Polis critica la pianificazione ascoltata. Non partecipata

Da considerare che nel nostro comune ci sono circa 17.000 appartamenti vuoti.

Nel comune di Verona e in quelli contermini sono stati realizzati o sono stati approvati una serie di poli logistici, ma non c’è stata alcuna correlazione tra le varie amministrazioni, che hanno scelto di seguire la logica del proprio campanile che, nel passato, procurò parecchi danni all’equilibrio del territorio.  L’eccessiva quantità di poli logistici rischia di scatenare una competizione che, oltre a consumare parecchio suolo, esaspera la concorrenza e danneggia tutti. 

Non si è voluto considerare il territorio come un organismo interdipendente- conclude il presidente di Verona Polis– , eseguendo un tipo di pianificazione a scala provinciale se non addirittura regionale, ma si è preferito limitarsi al proprio contesto comunale.  Sul Preliminare al PAT non vi è traccia del Piano del Verde, indispensabile per considerare il sistema del verde l’asse portante della pianificazione territoriale. 

Da quanto si deduce dal Piano, non risulta chiaro su quale tipo di vocazione sociale, culturale ed economica questa amministrazione intenda puntare per definire le linee guida della città.  Si notano solamente ipotesi di interventi per il turismo, la logistica e le nuove costruzioni. 

Tutte economie “estrattive” che portano benefici per pochi e danni per la collettività.  In questo Piano si sostiene tutto e il contrario di tutto, si ha l’impressione che il fumo delle frasi ad effetto e dei proclami eclatanti stia celando i veri obiettivi di questa amministrazione”.