(di Gianni Schicchi) Ể dedicato ai 150 dalla nascita di Maurice Ravel il prossimo concerto della Fondazione Arena, in programma per venerdì 9 maggio (ore 20), con replica sabato 10 maggio (ore 17). Ne saranno protagonisti, il celebre mezzosoprano georgiano Anita Rachvelishvili (nella seconda parte) e il direttore Marco Angius alla guida dell’Orchestra areniana e del suo coro preparato dal maestro Roberto Gabbiani. 

In programma il celeberrimo Boléro e la Valse di Ravel, una rilettura del mito del valzer, ambedue partiture dai mille colori e dalle trame densissime, quindi la cantata Aleksandr Nevskij, uno dei massimi capolavori di Sergej Prokof’ev che nel 1938 la concepì come colonna sonora per la pellicola del regista Eisenstein sulle gesta dell’eroe nazionale.

Il Bolero è una danza misteriosa e conturbante, che con ossessione ritmica muove da lontananze arcane verso una progressiva esaltazione, sino a culminare in uno sbocco orgiastico. Si affida ad un unico motivo (diviso in due periodi di 16 battute), ripetuto per diciotto volte, in vesti strumentali ogni volta diverse e con intensità sonore crescenti; un unico ritmo ribadito dai tamburi dall’inizio alla fine con un’unica tonalità in do maggiore, di allucinata fissità, che solo alla fine esplode in un improvviso mi maggiore.

La Valse è lo sforzo raveliano di esaltare un emblema musicale: il valzer alla Strauss, nella sua essenza dionisiaca, concependo una specie di apoteosi del valzer viennese nella cornice di una corte imperiale verso il 1855.  

Quanto alla Cantata Aleksander Nevskij, scritta in stretta collaborazione con Eisenstein nell’adattamento e nella sincronizzazione della musica con le scene, narra la vicenda del principe russo, vissuto tra il 1200 e il 1263, che seppe difendere il principato di Novogorod dall’invasione mongola, vinse gli Svedesi nella battaglia della Neva (da cui il soprannome Nevskij) e infine respinse (nel 1242) l’invasione dei Cavalieri Teutonici nella memorabile battaglia del lago Peipus.

Oggi la spettacolare cantata, che Prokof’ev trasse dalle proprie musiche, vive autonomamente in sala da concerto, richiedendo grande impegno a voci e strumenti. Fra tensioni e solennità, il fulcro drammatico è il pianto sui caduti, dolorosa riflessione senza tempo sulla violenza della guerra, affidata al canto solistico, dove sarà protagonista la stella dell’opera Anita Rachvelishvili, mezzosoprano richiesto in tutto il mondo come Carmen, Dalila, Charlotte, Santuzza, Amneris, Eboli, nonché artista prediletta da direttori come Daniel Barenboim e Riccardo Muti, e più volte protagonista assoluta in Arena. 

Dirige l’esperto maestro Marco Angius, già sul podio dei complessi areniani anche nella trasferta per il festival mahleriano di Milano. Angius dal 2011 è coordinatore artistico dell’Ensemble Accademia Teatro alla Scala, dove dirige il repertorio operistico e contemporaneo. E dal 2015 è direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Il concerto avrà una durata di 90 minuti circa, compreso un intervallo.

Biglietti e carnet sono in vendita al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni concerto, alla Biglietteria del Teatro Filarmonico in via Mutilati. Per ogni data delle Stagioni Sinfonica e Lirica, gli studenti di ogni ordine e grado possono acquistare biglietti a tariffe speciali, contattando l’Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel. 0458051933.