(Simone Vesentini) Enoturismo. In un contesto in cui si discute di overtourism low cost, l’enoturista rappresenta un tipo di viaggiatore diverso: curioso, educato, attratto da vino, arte ed autenticità. Dorme in città più notti, visita le cantine, acquista prodotti locali e cerca esperienze che lo connettano al territorio.

Quanto spende un enoturista?
Tra vini e prodotti locali, oltre ad ospitalità, visite e cene spende in media circa 250-300 €al giorno contro i 110 -160* del turista generico in città d’arte, per giunta “gravato” da una minore propensione all’acquisto e all’esperienza. Queste differenze generano, sul territorio, occupazione qualificata e stabile: sommelier, guide, operatori digitali, artigiani e formatori, valorizzandone le competenze.

risotto all amarone

L’enoturismo alza la qualità dei visitatori

Verona è la città ideale per sviluppare un enoturismo, redditizio e rispettoso.
Dal 2024 è stata eletta capitale mondiale dell’enoturismo, grazie all’ingresso nella rete delle Great Wine Capitals e al lancio di Vinitaly Tourism. Questo turismo può diventare un volano per il commercio di prossimità, attirando un pubblico internazionale che spende di più e si muove anche fuori dal centro, valorizzando colline e quartieri. 

Verona è infatti base ideale per esplorare le terre del Soave, Valpolicella, Lugana e Bardolino tutte raggiungibili in giornata. 
Questo invoglia l’enoturista a soggiornare più notti tra città e provincia, generando maggior valore per hotel, ristoranti, botteghe e servizi cittadini.

Un esempio viene da Alba, in Piemonte, che ha costruito attorno a vino e gastronomia un sistema turistico completo. Con la Fiera del Tartufo e i vini delle Langhe, Alba è oggi un modello  italiano. 
Verona ha potenzialità pari o superiori: vini eccellenti, eventi internazionali, cultura enologica diffusa e una forte identità urbana.

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Due ulteriori possibilità
Tra i progetti strategici per Verona c’è l’idea di un Museo del Vino italiano: centro esperienziale con degustazioni, percorsi sensoriali e di formazione. Un museo attivo tutto l’anno che attirerebbe turisti anche fuori stagione e rafforzerebbe l’identità enoica di Verona. 
La città potrebbe inoltre ospitare ogni anno un evento di altissimo profilo per i winelovers internazionali dedicato al vino italiano ed ispirato al “Grand Tasting” di Parigi. 

Degustazioni selezionate, vernissage ed incontri del pubblico con la wineindustry nella meravigliosa cornice storica di Verona. I contenitori per un evento diffuso, non mancherebbero, pensiamo alle Piazze storiche, al Palazzo della Gran Guardia o alla stessa futura sede del Museo del Vino.

In conclusione l’enoturismo non è una moda: è una leva strategica per il futuro e Verona ha molto di quel che serve per diventare capitale europea del buon bere.

*Fonte dati: Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2024 a cura di Roberta Garibaldi – Nomisma Wine Monitor; ISTAT – Statistiche sul turismo e spesa dei viaggiatori ed Osservatorio del Turismo della Regione Veneto