Il tavolo nazionale del centrodestra ancora non ha deciso chi sarà il candidato presidente, ma con la lentezza propria della politica italiana qualcosa si sta muovendo. Lo si desume dalle dichiarazioni che il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha rilasciato ieri ai giornalisti durante l’annuale cerimonia “del ventaglio”. E non tanto perché è la 2^ carica dello Stato, ma perché è un autorevole e ascoltato leader di FdI, c’è da credere a quello che ha detto riguardo alla ventilata possibilità che il governatore uscente, e non rientrante, presenti la lista Zaia come vorrebbero i suoi sostenitori.

Una lista che solo poche settimane fa l’interessato aveva ricordato che peserebbe il 40%. Valutazione fatta sulla base del passato, quando era la lista del candidato presidente, e che è difficile pensare che possa essere valida se non lo è più. Cosa che non può certo sfuggire a Zaia, che di politica ne mastica, e che perciò sembra più finalizzata ad aumentare il potere contrattuale in vista di una possibile compensazione nel caso non venisse presentata.
Elezioni regionali senza civiche?
Più che un’eventualità, questa, proprio alla luce delle dichiarazioni di La Russa che ieri ha anticipato che non ci sarà nessuna lista del presidente. Da sempre uomo di partito – prima del Msi, poi di Alleanza Nazionale ed ora di FdI- ha aggiunto che “se uno è iscritto in un partito si deve candidare in quel partito”. Come dire: Zaia è iscritto alla Lega e se vuole nella Lega si deve candidare. Musica per le orecchie di Salvini che sa benissimo che la Lista Zaia avrebbe cannibalizzato la Lega.
Ma le parole di La Russa sembrano escludere anche qualsiasi altra lista “del presidente”. A dire il vero La Russa passa la palla a colui che sarà designato a guidare il centrodestra nel Veneto. Secondo la legge sarà lui, ricorda il presidente del Senato, ad accettare o meno in coalizione eventuali liste civiche. Ma, stante la premessa, di lista Zaia non se ne parla pi
