La ristorazione locale come leva culturale, economica e turistica per Verona
(Simone Vesentini*) A Verona, terra di grandi vini e prodotti d’eccellenza, il valore della cucina tipica è evidente, ma non ancora abbastanza riconosciuto come risorsa strategica per il turismo. Mentre il dibattito si concentra sull’overtourism e sul turismo “mordi e fuggi” che affolla il centro lasciando poco valore, la ristorazione territoriale può diventare una bussola per orientare i flussi in modo più sostenibile, invitando il visitatore a fermarsi di più e scoprire una città autentica.
La domanda più ricorrente dei turisti appena arrivati in città infatti resta: dove posso mangiare qualcosa di tipico?
Verona ha una risposta concreta. Il Comune promuove il progetto “Ristorante Tipico di Verona” che riconosce trattorie e osterie con proposte basate su materie prime locali e tradizione. Un’iniziativa che valorizza chi ha scelto di investire nella qualità del prodotto locale, nella filiera corta e nel racconto delle eccellenze veronesi.

Secondo il Rapporto 2024 sul turismo enogastronomico italiano, il 70% dei viaggiatori sceglie una meta anche per la cucina. Verona può contare su filiere speciali: Amarone, Soave, Monte Veronese, riso Vialone Nano, olio delle colline.
Il limite attuale? Mancano strumenti di orientamento ed il turista spesso si rifugia in ciò che conosce: pizza, spaghetti alla bolognese, lasagne. Ricette italiane ma non veronesi.
Così si perde l’occasione di far emergere la cucina storica locale, ancora poco visibile nei percorsi turistici e nei menu.
Anche i prodotti De.Co. come pearà, renga di Parona, tastasal, risotto all’Amarone e pastissada de caval, per nominarne solo alcuni, meritano più visibilità come testimonianze vive di una memoria collettiva.

Una leva economica concreta
Secondo Unioncamere Veneto ogni euro speso in un piatto tipico genera fino a 2,5 euro di indotto contro 1,2–1,5 nella ristorazione generica. Significa sviluppo locale, lavoro qualificato e valore aggiunto per la comunità.
Una scelta consapevole
Fare cucina del territorio non è una scorciatoia facile. Richiede tempo, e formazione. I turisti la capiscono con più fatica e spesso porta a costi maggiori. Ma è una scelta che sostiene piccoli produttori, cantine, frantoi, artigiani, proteggendo la biodiversità culturale e agricola.
Tradizione e cambiamento
Oggi si cercano piatti più leggeri, vegetariani, senza glutine.La sfida è evolversi senza snaturarsi: raccontare la pearà anche a chi è celiaco, proporre un risotto all’Amarone in versione vegetariana.
Serve visione per la tradizione.
Un piatto ben fatto e ben raccontato è un invito a sedersi, rallentare e vivere Verona con più consapevolezza. E magari… restarci un giorno in più.
*Referente Fiepet Confesercenti Verona
