Nico Bellesolo, Direttore Casartigiani Verona, esprime preoccupazione per il futuro della categoria a Verona, come emerso dal recente studio della Cigia di Mestre ed evidenziato anche da L’Adige di sabato 23 e 16 agosto.

I numeri degli ultimi mesi – scive in un comunicto- non lasciano spazio a interpretazioni: gli imprenditori invecchiano, i giovani non subentrano, le aziende non trovano lavoratori e la formazione corre in direzione opposta rispetto alle richieste del mercato. Oggi in Italia oltre 314 mila titolari d’impresa hanno più di 70 anni. Eppure, meno del 30% delle imprese familiari sopravvive al passaggio alla seconda generazione. In Veneto il fenomeno è evidente: nella provincia di Verona, dal 2010 al 2024, il numero delle imprese artigiane è calato di 5.309 unità (-18,6%), più che a livello regionale (-16,4%) e nazionale (-15%). Ma il dato più preoccupante riguarda l’età: nello stesso periodo gli imprenditori over 70 sono quasi raddoppiati (+96,8%), mentre i giovani titolari e soci under 30 sono calati del 45,8% e i 30-49enni del 47,8%.

Pensionamenti e scuola alla base della scomparsa degli artigiani

La carenza di manodopera rende tutto più difficile. Nel 2024 il 65% delle assunzioni previste in Veneto è risultato di difficile reperimento, record nazionale. Mancano tecnici, elettricisti, idraulici, operatori specializzati. Intanto migliaia di giovani restano senza lavoro o inattivi. È il paradosso italiano: posti vacanti da una parte, ragazzi in attesa dall’altra. A questo si aggiunge una formazione scollegata dalla realtà. Gli ITS, percorsi tecnici post-diploma con tassi di occupazione oltre l’80%, restano poco valorizzati e percepiti come “serie B”. In altri Paesi, come Germania e Paesi Bassi, sono invece la via maestra per l’ingresso nel lavoro.

Da noi, molti percorsi di studio non sempre dialogano con le esigenze delle imprese, e così le aziende faticano a trovare le competenze di cui hanno bisogno. Fuori confine non stanno con le mani in mano. La Germania investe nell’apprendistato duale e cerca manodopera qualificata anche dall’estero (non senza problemi), la Francia ha sperimentato la staffetta generazionale con incentivi mirati, i Paesi Bassi hanno costruito un sistema educativo cucito sulle imprese. Con approcci diversi, tutti hanno capito che il passaggio di competenze va organizzato e sostenuto, non lasciato al caso.

Verona e il Veneto hanno bisogno di scelte chiare. Più formazione tecnica, passaggi generazionali pianificati, un lavoro artigiano reso attrattivo per i giovani e competitivo per chi dall’estero vuole investire qui la propria professionalità.