(Paolo Danieli) L’editoriale di Giorgio Massignan sulla sicurezza in città mi ha spinto a tornare sul tema. Non per polemizzare. E’ troppa la stima e la simpatia che ho per lui. Solo per alcune precisazioni che possono essere utili a meglio comprendere il senso di insicurezza dei veronesi e ad individuare gli strumenti per risolvere il problema.

Massignan ha ragione quando parla del gioco delle parti che si svolge tra maggioranza e opposizione quando si trovano a scambiarsi i ruoli nell’amministrare la città. Molte volte abbiamo sentito il centrodestra criticare, anche giustamente, l’amministrazione Tommasi. Dimenticando però che tante delle inefficienze di oggi sono le stesse dell’amministrazione Sboarina. Se ci sono voluti 4 anni per restaurare Ponte Nuovo, non dimentichiamo che la prima fase della ristrutturazione è iniziata quando amministrava il centrodestra. E lo stesso vale per la condizione vergognosa delle nostre strade, che certo è molto peggiorata, ma che nemmeno prima era soddisfacente.

18.07.2022 polfer spaccio

Cito questi due esempi per sottolineare la necessità di essere sempre il più obiettivi possibile. Condizione necessaria, sia per chi fa informazione che per chi fa politica, per essere credibile.

Ma quando s’inoltra nell’argomento specifico della sicurezza mette insieme piani e fatti diversi.

Siamo tutti d’accordo che la sicurezza dei cittadini la deve garantire lo Stato attraverso il Prefetto e il Questore. E che anche la gestione della giustizia pesa su questo problema. La frustrazione degli agenti quando si vedono liberare sotto il naso da un giudice il delinquente che avevano arrestato il giorno prima; l’inadeguatezza e la non certezza della pena; i procedimenti contro le Forze dell’Ordine nonché le regole d’ingaggio sono tutti problemi che vanno ad incidere sulla gestione della sicurezza e che non dipendono certo da un sindaco. Che però deve fare la sua parte. 

Tosi potrà essere antipatico o simpatico, ma bisogna dargli atto che per quel che riguarda la sicurezza ha fatto quanto nessun altro sindaco di Verona. Ovviamente nell’ambito delle sue prerogative. E per quanto riguarda le altre è stato di stimolo continuo alle autorità competenti.

accattoni

Però l’insicurezza non dipende dagli accattoni che sono tornati a popolare le strade di Verona. Essa, zingari a parte, più che della povertà, è la conseguenza della scriteriata politica sull’immigrazione di tutti i governi. I mendicanti danno fastidio e sono esempio della sciatteria di questa amministrazione, ma è altro che mina la sicurezza. 

Sicurezza reale e percepita

Saranno anche diminuiti i reati, come dice il Prefetto. Anche perché tanti si sono stufati di denunciarli e quindi non fanno numero nelle statistiche del Ministero degli Interni. 

PLIZIA IMMIGRATI

Ma a Verona, come in altre città, sono le bande di giovani immigrati prepotenti, violenti, muniti di coltello, i famosi maranza, a far paura. Poco importa se hanno la cittadinanza italiana. Loro non si sentono italiani. Anzi, nei confronti degli italiani che li ospitano o hanno accolto i loro genitori, nutrono sentimenti di rivalsa, di invidia. Di qui il rifiuto delle nostre regole, l’aggregarsi in bande e gli atteggiamenti aggressivi che ogni tanto producono gravi aggressioni.

E poi c’è la delinquenza, quasi tutta straniera. Perché se è vero che non tutti  gli stranieri sono delinquenti è vero che la maggior percentuale dei delinquenti sono stranieri.

Il Comune faccia la sua parte ed eviti di preferire gli stranieri agli italiani come nel caso del Ghibellin Fuggiasco. Ma fintantoché non sarà risolto il problema dell’immigrazione saremo condannati a non essere sicuri.