Fumata nera anche ieri dal tavolo nazionale che dovrà decidere il candidato presidente alle regionali del prossimo novembre. E’ vero che mancano più di 2 mesi alle elezioni in Veneto. Ma è anche vero che se le liste devono essere presentate 30 giorni prima, ipotizzando come possibili date quelle del 16 o del 23 novembre, al 16 o al 23 ottobre manca poco più di un mese.

Ma i leader dei partiti del centrodestra sembra che non abbiano fretta. C’è tempo, pensano. Così adesso si aspetta la prossima fumata per la prossima settimana quando s’incontreranno di nuovo ad Ancona, dove invece i giochi per le regionali marchigiane sono già fatti.

L’attesa intanto produce qualche fibrillazione. 

I fratelli d’Italia sono molto tranquilli. Una tranquillità data dal loro peso elettorale che dovrebbe garantire loro la candidatura del presidente. Ma che potrebbe però essere anche interpretata al contrario. Sono particolarmente sereni in quanto sanno già che il Veneto andrà alla Lega. Ipotesi che sta prendendo sempre più piede, specie dopo l’endorsment che Salvini ha fatto al giovane segretario regionale veneto Alberto Stefani alla festa della Lega ad Oppeano.

Stefani Zaia
Zaia e Stefani

La fumata nera aumenta le tensioni nella Lega

Però tra i leghisti c’è un certo nervosismo. Un po’ dato dall’incertezza e dall’attesa. E un po’ dato dalla presenza del generale Vannacci. Una presenza di peso, visto che ha portato in dote al Carroccio mezzo milione di voti. Ma anche ingombrante per qualcuno come l’assessore padovano Marcato che non gradisce che il partito si sbilanci a destra.

Forza Italia tace. Forse perché aspetta che tra i due litiganti il terzo goda? Tosi, sornione, sta a guardare, anche se finora è l’unico che da parecchi mesi è già stato indicato come candidato alla presidenza da Tajani. E intanto pensa alle comunali di Verona del 2027.