(Antonio Fasol *) Oltre ai prevedibili assidui contatti social sulle varie piattaforme, con relativi innumerevoli commenti 24/24 ore, ciò che colpisce per intensità “patologica”, normalmente sconosciuta al grande pubblico, è l’impensabile vastità pervasiva di comportamenti messi in atto dagli stans in modo sistematico ed ininterrotto, tra loro e nei confronti dei loro “beniamini”, che nel loro insieme permeano sostanzialmente tutta la loro vita e quotidianità, soprattutto nei casi – non infrequenti  – di multi-stans, cioè di passione stannica per più idoli contemporaneamente, musicali o artistici che siano. 

A titolo meramente esemplificativo ma non esaustivo cerchiamo di offrire una panoramica comportamentale classica, raccolta da testimonianze, documentari dedicati e letteratura (pur scarsa) specifica: lo stan-tipo osserva innanzitutto ogni particolare del suo idolo, dall’abbigliamento, alla pettinatura, tic, trucco, ecc., agli spostamenti, alle amicizie (comprese ovviamente tutte le love stories vere o presunte) ai modi di fare e parlare, ai vezzi più impercettibili ai più, ai luoghi frequentati, alle case e auto utilizzate, alle abitudini di vita comuni, ai bar e ristoranti frequentati, alle interviste e alle parole più usate, agli sport praticati, e così via…

Ma questa costituisce soltanto la parte passiva osservativa, cui corrisponde, naturalmente, una sistematica puntuale parte attiva, che va dal programmare trasferte e vacanze in funzione dei suoi spostamenti, comprendendo ore e anche notti di attesa fuori da Hotel o alloggi, non di rado all’addiaccio o comunque in condizioni precarie, sortite mirate e improvvise in luoghi, pubblici o privati (spesso millantando “pass” speciali…) ove sono previsti suoi passaggi anche fugaci, inseguimenti a chilometraggio illimitato verso i diversi luoghi ove sono previsti eventi pubblici o televisivi. 

Ma anche chiamate e “suggerimenti” in diretta ai protagonisti, o, in carenza di questi, ai rispettivi partner o familiari e conoscenti, attraverso i vari social (ma non di rado attraverso i numeri di cellulare personali carpiti in diverso modo), su come vestirsi, quale cintura o cappello o scarpe o profumo indossare, con la variante di chiedere spiegazioni in caso di non…obbedienza! Classici suggelli di tali scorribande sono poi gli immancabili selfies, carpiti in ogni modo e in tutte le posizioni possibili, oltre agli audio di auguri personalizzati in diretta fb, poi gelosamente custoditi come trofei virtuali ma esclusivi!

E’ tale insieme indescrivibile di comportamenti che ha spinto esperti ad analizzare criticamente il fenomeno, in particolare sotto il profilo socio-psicologico, individuando abbastanza facilmente nei soggetti fans, pur ovviamente senza generalizzare e distinguendo i diversi livelli di intensità partecipativa, una diffusa reazione compensativa a frustrazioni di natura affettiva, professionale o comunque di vita vissuta, attraverso la costruzione di “bolle” emotive spesso artificiose se non tossiche in personalità fragili e manipolatorie.

Per contro sarebbe interessante approfondire (magari anche a livello di approfondimento giornalistico) il punto di vista degli “idoli” tanto ostentatamente idolatrati, il cui approccio di norma è costituito da un misto di tolleranza- compiacenza-approvazione-sopportazione, per certi versi paragonabile, mutatis mutandis, a quello delle squadre di calcio verso le tifoserie più estremistiche, a cui talvolta sembrano in qualche modo accondiscendere e “ubbidire” loro malgrado!

La natura pervasiva e intima del fenomeno ha indotto persino a parlare della pop-culture quale paradigma simil-settario ed in certo modo para-religioso.

In ogni caso più che le – peraltro ignorate – prediche degli esperti e i commenti teorici, sarebbe auspicabile e più efficace un convinto ma fermo intervento degli stessi idoli, pure essi umani fino a prova contraria, che, anche a scapito di perdere qualche “like”, contribuissero a stoppare questa credulità idealizzante e immatura, magari utilizzando gli stessi micidiali strumenti con cui hanno precedentemente ammaliato.

*Gruppo Ricerca e Informazione Socio-religiosa