Marmomac si conferma crocevia mondiale della filiera tecno-lapidea. L’edizione in corso a Veronafiere (23-26 settembre) ha celebrato da un lato l’investitura dei cinque nuovi Mastri della Pietra, dall’altro l’annuncio di importanti strategie industriali dal Sultanato dell’Oman, pronto a investire fino a 40 miliardi di euro nel settore.

Il riconoscimento dei Mastri della Pietra, istituito nel 1319 dall’Antica Libera Corporazione dell’Arte della Pietra e rilanciato a Marmomac nel 1980, premia figure che con la loro attività hanno saputo valorizzare la pietra naturale come linguaggio di identità, cultura e innovazione. Quest’anno il titolo è stato conferito a Burkhard Pohl, imprenditore altoatesino che ha portato il marmo di Covelano a livelli di eccellenza globale; all’architetto e docente Paolo Camaiora, autore di progetti che hanno restituito centralità al marmo nell’architettura contemporanea; a Tamara Plastić, direttrice della scuola del marmo di Pučišća in Croazia, punto di riferimento internazionale per la formazione; a Giovanni Conterno, fondatore del gruppo La Favorita, protagonista dell’innovazione e della competitività del comparto vicentino; e al giovane scalpellino britannico Charlie Gee, ambasciatore internazionale del restauro e della divulgazione culturale.
I premiati hanno ricevuto dai vertici di Veronafiere – il presidente Federico Bricolo, l’amministratrice delegata Barbara Ferro e il direttore generale Adolfo Rebughini – i simboli della tradizione: un cubetto in marmo rosso di Verona, la formella della Corporazione e lo scalpello d’argento. «Queste investiture mettono in luce percorsi diversi ma accomunati dalla stessa capacità: fare della pietra naturale non solo un materiale da costruzione, ma un linguaggio che attraversa e valorizza territori, competenze e generazioni», ha dichiarato Bricolo.

Accanto al momento celebrativo, Marmomac 2025 ha offerto la ribalta internazionale a un’importante iniziativa economica. Il Sultanato dell’Oman ha scelto la fiera veronese per presentare la propria strategia di sviluppo, con 19,7 miliardi di dollari già investiti e altri 19,2 miliardi in potenziali progetti. Alla fiera era presente anche l’ambasciatore del Sultano in Italia, Nazar Al Said.
Attraverso l’agenzia governativa Madayn, che gestisce una rete di 15 poli industriali, l’Oman punta a consolidarsi come hub regionale per la pietra naturale e i materiali da costruzione, offrendo alle imprese internazionali condizioni operative competitive e ampie prospettive di crescita. Secondo uno studio di Nomisma commissionato da Marmomac, il Paese copre oggi il 2% delle importazioni lapidee della Penisola Arabica, mentre l’Italia rappresenta il 3% delle esportazioni verso l’area: dati che indicano un notevole potenziale di sviluppo per il Made in Italy.
«La nostra visione è fare di Marmomac non solo il luogo d’incontro tra domanda e offerta, ma la piattaforma globale che orienta il futuro della filiera per il prossimo decennio», ha sottolineato Rebughini. «Il caso dell’Oman dimostra come la fiera possa essere il punto di connessione tra grandi programmi di investimento internazionale e le imprese della pietra naturale, mettendo a sistema innovazione e nuovi mercati».
Con le sue celebrazioni e le sue opportunità economiche, Marmomac 2025 conferma Verona come capitale mondiale della pietra naturale, luogo dove tradizione e futuro continuano a intrecciarsi.
