Assassinata un’altra donna. Ormai non passa il giorno che non ne venga uccisa una. E’ una strage intollerabile. Ieri è stata la volta della provincia di Verona. A Castelnuovo una donna brasiliana, la 33enne Jessica Custodia de Lima Stapazzolo, è stata uccisa coltellate dal marito, un suo connazionale. I carabinieri della Compagnia di Peschiera l’hanno subito arrestato. Sono in corso indagini sulla dinamica dell’assassinio e sulle cause che possono averlo determinato. Dalle prime notizie risulta che anche in quest’ultimo femminicidio ci sia stata una serie di violenze che lo hanno preceduto, tanto che la vittima le aveva denunciate, ma poi, come spesso accade per timori di rappresaglie, aveva ritirato la denuncia.
L’uomo era violento e per questo era stato sottoposto al provvedimento del braccialetto elettronico. Ma al momento dell’arresto non lo aveva più. Notizie di urla e maltrattamenti da parte dei vicini e i precedenti interventi dei carabinieri ed il ricorso in passato della donna alle cure del Pronto Soccorso confermano la condotta violenta del presunto assassino.
Le reazioni dopo la notizia della donna assassinata
Franco Bonfante, Segretario Provinciale Pd e Sabrina Ugolini, portavoce veronese di Donne Democratiche notano che questo ennesimo femminicidio accade a brevissima distanza, sia temporale che geografica, da quello di Pamela Genini a Milano, e mette drammaticamente in luce la l’insufficienza delle attuali misure di contrasto al fenomeno.
Donne che denunciano e poi ritirano la querela, denunce che non sono seguite da adeguate misure di protezione, richieste di aiuto sottovalutate o non credute: la varietà dei casi che la cronaca ci propone ogni giorno conferma che la violenza domestica è ancora troppo spesso percepita come un affare privato, e non come una questione di sicurezza pubblica che richiede un intervento immediato e coordinato.
Per questo il Partito Democratico ribadisce l’importanza di educare alle relazioni e alla legalità fin dalla scuola dell’obbligo; affiancare e supportare ogni vittima di violenza o persona a rischio; formare lavoratrici e lavoratori, in particolare quelli che entrano in contatto con casi di abusi e maltrattamenti; introdurre un’istruzione qualificata e specifica nelle scuole di ogni ordine e grado.
Michele Bertucco, assessore al Comune di Verona e candidato alle regionali per AVS: “Questo ennesimo femminicidio annunciato, come troppi altri, ci obbliga a guardare in faccia le fragilità che attraversano la nostra società. Secondo le prime ricostruzioni il delitto si è consumato in un contesto di isolamento, vulnerabilità e assenza di reti di protezione. Condizioni che non sono eccezioni, ma rischiano di diventare quotidiane. Lo sanno bene gli operatori dei servizi sociali, che ogni giorno incontrano famiglie in stato di difficoltà economiche, donne maltrattate, minori non accompagnati, persone con dipendenze, anziani soli”.

Maschio (FdI). Rabbia e dolore per la donna assassinata
“Provo grande rabbia e dolore per questo ennesimo, gravissimo femminicidio” dice il Presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio reagendo alla notizia della donna assassinata a Castelnuovo.
“Non si può avere nessuna pietà nei confronti di questo carnefice, la giustizia faccia rapidamente il suo corso, con una pena esemplare. In Parlamento c’é massima attenzione e priorità assoluta per contrastare questo fenomeno troppo diffuso. Dallo Stato deve arrivare una risposta forte”.
E annuncia un giro di vite per questo tipo di reati.
“Proprio in questi giorni – prosegue Maschio- , in Commissione Giustizia alla Camera, stiamo già lavorando per l’approvazione del nuovo disegno di legge del Governo sul femminicidio, che verrà approvato in Commissione la prossima settimana e, a metà novembre, andrà in Aula per diventare legge.
Il Ddl Femminicidio introduce il nuovo reato di femminicidio, con l’articolo 577-bis. Esso prevede e contrasta la condotta che cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio, di discriminazione, di prevaricazione, di controllo o di possesso, di dominio su una donna in quanto tale, oppure in relazione al suo rifiuto di instaurare o mantenere un rapporto affettivo, o come azione di limitazione delle sue libertà personali. In questi casi è prevista la pena dell’ergastolo.
È un disegno di legge importante, che introduce anche circostanze aggravanti e norme a tutela delle persone offese.
Si rafforza inoltre il divieto di avvicinamento alla vittima della persona violenta, che viene portato da 500 a 1.000 metri.
Si aumentano le tutele per i centri antiviolenza, per le associazioni, per la persona offesa e per i familiari o congiunti.
È un pacchetto di norme importanti che interviene anche con procedure di maggiore tutela nei procedimenti penali.
Si agisce inoltre sul piano della prevenzione, con campagne di sensibilizzazione e formazione per gli operatori e per i cittadini.
Siamo vicini ai familiari della vittima, e a tutte le vittime di questi gravi reati.
Lo Stato è presente e dà una risposta forte, con norme che entreranno in vigore già entro il mese di novembre”.
Tosi (FI): Lavorare sulla prevenzione
L’europarlamentare Flavio Tosi (Forza Italia) “Un fenomeno quello della violenza sulle donne e dei femminicidi che non si placa, le leggi ci sono, chiaramente l’impegno è quello di poterle migliorare sempre, ma c’è molta strada da fare sul piano della cultura del rispetto per la donna. Va sviluppata e promossa in modo capillare una cultura del non possesso, della libertà della donna. Quindi un grande lavoro va fatto sul piano della prevenzione”.

Tosi sulla vicenda di Castelnuovo del Garda poi fa una riflessione: “Leggo che la vittima, aveva ritirato la denuncia per maltrattamenti domestici. Credo quindi che la società, lo Stato, le istituzioni, sostenendo le associazioni, debbano prodigarsi ancor di più e meglio nell’aiutare le donne a denunciare; un atto che non è facile psicologicamente, perché a volte forse si tende a perdonare l’uomo, il compagno, il marito, con la speranza che la situazione migliori. Invece la casistica dice che quando c’è violenza domestica, maltrattamenti, stalking, molestie, la situazione, anziché migliorare, spesso degenera”.

Anna Maria Bigon, consigliere regionale del Pd: “Di fronte a una violenza di genere che non accenna a fermarsi – aggiunge Bigon – non possiamo continuare a rispondere con risorse insufficienti e iniziative frammentarie. I fondi messi a disposizione dalla Regione per i centri antiviolenza restano esigui, mentre mancano investime
nti reali nella prevenzione, nella formazione del personale sanitario, delle forze dell’ordine e degli assistenti sociali, e soprattutto in progetti educativi nelle scuole, perché il rispetto e la parità si costruiscono fin da giovani”.
“Ho depositato da tempo un progetto di legge per l’istituzione del Codice Rosa, uno strumento che garantirebbe un percorso di tutela e assistenza immediata per le vittime di violenza nei pronto soccorso e nei servizi territoriali. Ma la proposta è ancora ferma in commissione”.
