(Francesca Romana Riello).Verona si interroga sul proprio futuro e lo fa con un patto concreto tra  forze economiche e sociali. È stato firmato nella sede della Camera di Commercio il nuovo protocollo “Verona 2040”, accordo triennale che riunisce i principali stakeholder della provincia per costruire una strategia di sviluppo condivisa e sostenibile.

Lunione delle categorie economiche per la Verona 2040

Promosso da Confindustria Verona e Ance Verona, il progetto coinvolge Camera di Commercio, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Fondazione Cariverona e Casartigiani, con l’obiettivo di coordinare le azioni di sistema e rafforzare la competitività territoriale.

«È un impegno di corresponsabilità -ha sottolineato Giuseppe Riello, presidente di Confindustria Verona- per affrontare insieme i cambiamenti economici e sociali che interessano la nostra provincia».

Durante la presentazione, introdotta dal direttore del Cresme Lorenzo Bellicini, sono intervenuti Carlo Trestini, Paolo Arena, Bruno Giordano, Alex Vantini e Devis Zenari, evidenziando la necessità di una collaborazione più stabile fra imprese, agricoltura e istituzioni.

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Il protocollo istituisce un Tavolo strategico Verona 2040 e un Comitato tecnico di coordinamento, incaricati di definire priorità comuni, monitorare i progetti e valutare l’impatto delle azioni intraprese.

Verona cresce ma deve attrarre nuovi talenti

Bellicini ha delineato un quadro preciso: «Siamo nel pieno di una nuova rivoluzione industriale, che impone adattamento e visione».

L’esperto ha richiamato 3 urgenze: demografia, lavoro e casa. Verona resta una provincia dinamica, con 926.970 residenti, ma la crescita è sostenuta quasi solo dall’immigrazione. Il saldo naturale resta negativo, mentre le imprese cercano oltre 100.000 lavoratori all’anno: il 50% delle posizioni resta scoperto, segno di un mercato che fatica ad attrarre competenze.

All’emergenza manodopera si affianca quella abitativa: negli ultimi  cinque anni sono nate 14.000 nuove famiglie, ma si costruiscono appena 1.500 abitazioni l’anno, con prezzi e affitti in aumento. «Senza una politica della casa e infrastrutture adeguate– ha osservato Trestini-  rischiamo di non essere più competitivi».

Economia in ripresa: +7,2% di valore aggiunto

Il quadro resta però positivo. Tra il 2019 e il 2024 il valore aggiunto provinciale è cresciuto del 7,2%, raggiungendo 35,1 miliardi di euro: Verona è la decima provincia italiana per dimensione economica e la 33ª per intensità di crescita.

«La collaborazione tra categorie è la chiave per consolidare questi risultati – ha dichiarato Giordano di Fondazione Cariverona –. La sfida è trasformare i dati in politiche concrete».

Le priorità ora sono definite: casa, infrastrutture, attrattività. Il Tavolo strategico inizierà a riunirsi nelle prossime settimane per elaborare un piano operativo e presentarlo alle istituzioni.

«Verona 2040– ha concluso Riello- è una piattaforma di lavoro e di dialogo. Un laboratorio aperto per disegnare insieme la Verona dei prossimi ventanni».