Quando a parlare a vanvera è il vertice dell’Europa
(Paolo Danieli) Ursula von del Leyen intervenendo all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo sul piano di pace russo-americano per l’Ucraina ha fatto tre affermazioni che dimostrano che a capo dell’Europa c’è una persona inadeguata.
Ha detto in sequenza: “Una pace giusta e duratura è quello che tutti noi vogliamo” ; “Non ci possono essere frontiere cambiate con la forza”; “Non possiamo concederlo”.
Affermazioni che non si possono lasciar passare come se niente fosse. Bisogna rifletterci sopra per capire quello che significano e il livello di chi c’è a capo della Commissione Europea che incide sulla nostra vita.

“Una pace giusta e duratura è quello che tutti noi vogliamo”
Parlare di pace “giusta e duratura” è diventato un mantra ripetuto a vanvera un po’ da tutti i politici occidentali. A vanvera, perché la pace non è mai giusta. E’ sempre la risultante di rapporti di forza. Giusta per chi ha vinto. Sbagliata per chi ha perso. Imposta dal vincitore. Accettata dallo sconfitto. E’ sempre stato così e sempre sarà.
I vincitori dettano le condizioni della pace. I vinti le subiscono. Ricordate Brenno?
Addirittura la logica del più forte prevale perfino tra i vincitori. Come accadde con la pace di Versailles, nel 1919, quando l’Italia ebbe la “vittoria mutilata” dalle potenze alleate più forti, Francia, Inghilterra e Usa.
Quindi parlare di pace “giusta” non ha senso. Chi lo fa, o non sa quello che dice, o ha il retropensiero di boicottarla, ritenendo più utile ai propri scopi la guerra.
Ancora meno senso ha definire la pace “duratura”. La pace è solo quella possibile hic et nunc, in quella precisa contingenza. Del doman non v’è certezza!
Per l’Ucraina è quella che decideranno Trump e Putin, dato che la guerra è stata fatta ‘per interposta persona’ da Usa e Russia. E prima fanno la pace meglio è. Per tutti.

“Non ci possono essere frontiere cambiate con la forza”.
La seconda affermazione della von der Leyen è che “Non ci possono essere frontiere cambiate con la forza”.
Viene da chiedersi dove viva la signora, se abbia qualche cognizione di storia o di geografia. Ma secondo lei i confini fra gli stati in cui oggi è diviso l’orbe terraqueo, a parte quelli dati dalla natura – mari, monti, fiumi- da chi sono stati disegnati se non dalla forza degli eserciti che nel corso dei millenni si sono scontrati?
Lei si riferisce ovviamente alle nuove frontiere che avrebbe l’Ucraina dopo l’accordo Trump-Putin.

Ma ignora che, come disse un suo connazionale von Clausevitz, la “guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”e che “non è mai un atto isolato”.
Quello che è accaduto in Ucraina dal 2014 ad oggi ha avuto nella guerra solo la sua conclusione dopo che la politica ha commesso tutta una serie di errori che hanno prodotto il conflitto. Errori anche da parte dell’Europa, che ne esce pesantemente sconfitta, politicamente ed economicamente.
La terza affermazione è la più grave. La von der Leyen rappresenta l’Europa. Affermare, parlando di una revisione dei confini dell’Ucraina, “Non possiamo concederlo” significa mettersi contro gli attori della pace, ovvero di Stati Uniti e Russia. Significa voler mettere i bastoni fra le ruote a coloro che dopo lunghe trattative stanno per arrivare a un accordo.
Un’affermazione velleitaria, perché implica, se portata alle estreme conseguenze, che sia l’Europa a farsi carico di far tornare l’Ucraina ai confini ante 2022. Cioè entrando in guerra contro la Russia. Cosa che, a parte Macron e qualche esaltato, nessuno vuole.
Questa è la persona che rappresenta l’Europa. Non per niente ridotta all’irrilevanza nello scenario mondiale.
