Nomi e deleghe degli assessori

( o.a.) Oggi è stata annunciata la nuova giunta che guiderà la Regione del Veneto per i prossimi 5 anni. I nuovi assessori sono 5 di Fratelli d’Italia: Valeria Mantovan di Rovigo all’iIstruzione e formazione, Lucas Pavanetto di Venezia, che sarà anche Vicepresidente con deleghe al turismo e al lavoro, Dario Bond, bellunese all’agricoltura, Filippo Giacinti, padovano al bilancio e Diego Ruzza, unico veronese, al trasporto e mobilità.

3 assessori alla Lega: Massimo Bitonci, padovano, attuale sottosegretario al Mimit, che andrà a ricoprire il ruolo di assessore alle imprese e al commercio, Paola Roma di Treviso al sociale e all’abitare, Marco Zecchinato di Vicenza all’internazionalizzazione.

Forza Italia ha scelto, invece, di puntare sulla padovana Elisa Venturini per l’ambiente, unico assessorato degli azzurri.

Alla sanità è stato scelto il primario di cardiochirurgia di Padova, Gino Gerosa, di Rovereto, un tecnico di alto profilo, che sembrerebbe nominato come quota Lega, ma comunque da indipendente, per l’assessorato più importante della Regione e che assorbe oltre l’80% delle risorse del bilancio Regionale.

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Ancora una volta, anche in questa tornata, la Giunta Regionale, pende prepotentemente verso il triangolo Padova – Venezia – Treviso, che porta a casa 7 assessori, mentre l’ovest del Veneto, tra Verona e Vicenza, ottiene soltanto 3 assessori, con la nostra provincia sempre più marginale sul piano del potere regionale, che riesce ad avere soltanto un assessore, tra l’altro in una come i trasporti e la mobilità, sicuramente importante, ma tutt’altro che di prima fascia in termini di risorse economiche a disposizione.

La Lega veronese è uscita pesantemente ridimensionata da queste nomine, dato che a fronte di 4 eletti, non è riuscita ad incidere e non ha ottenuto nessun assessore, nonostante Matteo Pressi, sindaco di Soave e Stefano Valdegamberi, storico esponente della politica veronese, siano stati i due uomini più votati del partito dopo i big Luca Zaia e Roberto Marcato, che però, al pari di Elisa De Berti, non potevano ricoprire incarichi di giunta, avendo già svolto i due mandati, che sono il limite della legge Regionale.

Non vale molto la nomina di Elisa De Berti a consigliera delegata alle infrastrutture, che potrà partecipare alle Giunte, ma senza diritto di voto e senza poteri. Scelta, che senza dubbio darà continuità amministrativa, ma di fatto si tratta solo di una carica di facciata: un nulla di fatto, che nel concreto non sposterà gli equilibri e lascerà Verona marginale anche in questa tornata.

La segreteria veronese della Lega sembra aver preferito rimanere fuori dalla Giunta per non scatenare ulteriori diatribe interne al partito, che vedono contrapposti proprio i profili di Pressi e Valdegamberi, di fatto dei battitori liberi, rispetto alla linea provinciale. Se fosse davvero così si tratterebbe di una visione strategica molto miope, poiché a rimetterci sarebbero cittadini e territorio, a fronte di personalismi, che in certe occasioni dovrebbero essere lasciati da parte.

Diego Ruzza
Diego Ruzza

Sconfitta anche per la linea della segreteria veronese di Fratelli d’Italia, che non ha portato nessun eletto di suo riferimento.

Il partito della Meloni ha comunque incassato l’assessorato per Diego Ruzza, l’ex Sindaco di Zevio, della componente che fa capo all’eurodeputato Daniele Polato, che si conferma così come unico rappresentante governativo in Regione per la provincia scaligera, e dando inoltre la possibilità a Claudia Barbera di Villafranca, di entrare in Consiglio Regionale, aumentando conseguentemente i posti per Fratelli d’Italia. Un successo è stato registrato invece da parte di Verona Domani, che ha portato a Palazzo Ferro Fini Anna Leso a rappresentare questo movimento parallelo a Fratelli d’Italia, che però esiste soltanto nella provincia veronese.

Nemmeno Forza Italia può dirsi, però completamente soddisfatta, poiché alla provincia scaligera non è arrivato l’assessorato, nonostante Flavio Tosi, sia stato il più votato del partito. Tuttavia, rispetto alle altre province, grazie proprio al traino dell’ex Sindaco di Verona, il risultato è stato buono. Tosi però molto probabilmente si dimetterà, lasciando posto al secondo arrivato Alberto Bozza, che continuerà a fare il consigliere regionale. 

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Nel complesso, quindi, Verona non ha saputo o voluto incidere in queste nomine e l’occhio di riguardo, annunciato dal neo governatore Alberto Stefani, per la città scaligera, non c’è stato, come del resto era prevedibile, poiché a parole è semplice sostenere le province vicine, ma nei fatti, come Zaia insegna, si valorizza sempre prima il proprio territorio e la propria città e così per altri 5 o forse 10 anni, il baricentro del potere regionale sarà ancora ad est, e un grosso mea culpa dovrebbe essere fatto dalla politica veronese, che non riesce mai ad essere protagonista. Forse sarebbe davvero giunta l’ora di cambiare gli attori.