L’Università di Verona ottiene un importante riconoscimento internazionale con il progetto Peace – Precision Evidence-based psychological Aid for Children in Emergency, selezionato per un finanziamento europeo di quasi 2 milioni di euro (1,844 milioni) nell’ambito degli ERC Consolidator Grants, tra i più prestigiosi e competitivi bandi della Commissione europea destinati a progetti di ricerca di eccellenza.
Guidato dalla docente Marianna Purgato, del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Peace si propone di affrontare una delle emergenze globali più urgenti: il supporto psicologico ai bambini e agli adolescenti esposti a conflitti armati, disastri naturali, violazioni dei diritti umani e condizioni di estrema povertà. In questi contesti, i minori sono ad alto rischio di sviluppare disagio psicologico e disturbo da stress post-traumatico.
“L’assegnazione di un ERC Consolidator Grant conferma la qualità della ricerca dell’Università di Verona in ambito di salute mentale globale e la capacità di attrarre finanziamenti altamente competitivi”, ha sottolineato la rettrice Chiara Leardini, evidenziando come il progetto rafforzi il ruolo dell’Ateneo nella definizione di futuri standard internazionali per il supporto psicologico nelle emergenze.
Peace propone un modello innovativo di psicologia di precisione, che mira a personalizzare gli interventi psicologici in base alle caratteristiche cliniche e socio-demografiche dei singoli bambini. “Gli interventi psicologici tradizionali sono spesso applicati in modo universale, con efficacia variabile – spiega Purgato –. Il nostro approccio vuole offrire a ciascun bambino il tipo di supporto più adeguato al proprio profilo e alle proprie esigenze”.
Il progetto si sviluppa in più fasi: una meta-analisi basata su dati individuali permetterà di identificare le variabili che influenzano l’efficacia degli interventi; queste informazioni saranno poi integrate in modelli predittivi e in un algoritmo di personalizzazione, finalizzato a stabilire quale intervento sia più efficace per ciascun bambino e in quali circostanze. Successivamente, il modello sarà testato in uno studio controllato randomizzato presso il Centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità dell’Università di Verona, coinvolgendo adolescenti con esperienza migratoria ed esposti a traumi.
Il progetto apre scenari significativi: l’adozione di algoritmi di precisione potrebbe ridurre l’inefficacia degli interventi, ottimizzare le risorse e, se applicato su larga scala, trasformare l’approccio delle organizzazioni umanitarie e dei sistemi sanitari nella risposta ai bisogni dei minori colpiti da crisi globali.
Come conclude Purgato, Peace nasce dall’esigenza di “portare un approccio scientifico rigoroso e innovativo nell’erogazione degli interventi psicologici, offrendo l’intervento giusto al bambino giusto e costruendo un modello per la psicologia clinica applicabile a livello globale”.
