Verona maglia nera del Veneto per la differenziata. Prima Treviso. Ma un conto è la raccolta, un altro l’effettivo riciclo

E’ Refrontolo, un piccolo comune trevigiano, il più bravo del Veneto a riciclare i rifiuti. Il peggiore lo abbiamo nella nostra provincia: Erbezzo. Questo secondo la classifica di Legambiente presentata all’Ecoforum di Conegliano del 2/3 dicembre, dove sono stati premiati 159 comuni ‘rifiuti free’ e 132 città che riciclano bene i propri rifiuti. I più bravi sono in provincia di Treviso con 7 comuni premiati.
C’è però una metà del Veneto non particolarmente virtuosa o attenta al problema. La città peggiore in questo senso è Verona.
L’assessore regionale all’Ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin è soddisfatto e conferma  l’obiettivo  di raggiungere l’84% di differenziata entro il 2030: “i risultati raggiunti, che peraltro già ci mettono in testa alle classifiche nazionali e ci fanno essere anche un’eccellenza a livello europeo”. E aggiunge: “stop a nuove discariche. Nessun ulteriore termovalorizzatore rispetto ai tre attuali” E conclude che “per il 2030, puntiamo ad arrivare al totale abbandono del ricorso alla discarica”.
Il direttore Generale dell’Arpav Loris Tomiato sottolinea che “è necessario lavorare sulle difformità territoriali. La cartina del Veneto è a macchia di leopardo, con alcune maglie nere in termini di rifiuto residuo con Verona e Padova centro che registrano le performance peggiori”.

Attenzione però a non sopravvalutare le parole e a sottostimare quello che effettivamente accade. Non bisogna confondere lo strumento – la raccolta differenziata- con l’obiettivo, che è di ottenere alla fine della filiera un rifiuto realmente differenziato.
Le classifiche si basano sul peso dei rifiuti. Ma non è detto che di quei -poniamo il caso- 100 kg di plastica raccolta siano tutti e 100 effettivamente riciclabili. Perché la gente nel cassonetto giallo della plastica ci butta un po’ di tutto e così, alla fine, fatta la cernita di quel che è riciclabile e di quello che deve finire in discarica o nell’inceneritore, di quei 100 Kg ne rimangono solo 70, in quanto il 30% va a finire nel secco. Questo bisogna saperlo. Ciò non significa non riconoscere i meriti delle altre città o volere degli alibi. Si tratta solo di valutare la situazione per quello che è nella realtà.

Certo Verona deve fare meglio. Bisogna incentivare i cittadini a differenziare tutto, e renderli sempre più consapevoli di ciò che loro credono di differenziare ma che in realtà non è differenziabile con l’informazione. Quante volte ci siamo chiesti: ma questo va nella plastica? O dove?
A Verona su un totale di 129.486.836 Kg di rifiuti totali 20.274.973 sono organici, cioè ‘umido’; 4.067.160 ‘verde’; 9.786.500 vetro; 16.243.283 carta; 413.970 plastica; 8.247.650 multilaterale; 2.887.163 da spazzamento più altri minori. Questo tanto per rendersi conto di quello che eliminiamo e che  va smaltito.

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