Aggressione in via Roma, arrestate due minorenni veronesi: è polemica politica

(aggiornato ore 18.12) Le 10 telecamere situate nelle vicinanze in via Roma, Castelvecchio, via dei Mutilati, piazza Cittadella piazza Bra e Porta Nuova sono state fondamentali per identificare e continuare a lavorare sull’episodio di rapina che ieri pomeriggio è avvenuto in via Roma ai danni di un minorenne da parte di coetanei. La Polizia Municipale ha consegnato diverse ore di filmati che hanno ripreso la scena. Questo ha permesso ai Carabinieri l’immediata azione sui colpevoli. “Il messaggio è chiaro – ha ricordato il sindaco – chiunque compia attività illecite a Verona ha le ore contate. Questo perché c’è un forte presidio del territorio, fra videosorveglianza e coordinamento delle Forze dell’Ordine coordinato dal Prefetto. Ringrazio infatti il Comandante Carrozza dei Carabinieri per il pronto intervento e la professionalità dei suoi uomini. Ribadisco la mia proposta di lavori socialmente utili per i minorenni che si macchiano di reati, così come ho già scritto al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese. Una misura significativa che, nella fase di formazione dei ragazzi, servirebbe da insegnamento per rendersi conto di quando hanno fatto. Raccogliere gli escrementi dei cani lasciati da qualche incivile o aiutare le persone anziane che hanno bisogno dei giovani permetterebbe loro di imparare il rispetto per gli altri e la propria città. Concetti che forse non hanno ancora interiorizzato”. 

“L’idea è che venga istituito un daspo urbano per i minorenni – ha affermato l’assessore alla Sicurezza -. Fortunatamente Verona, rispetto ad altre città, ha meno problemi di questo genere, ma credo che sia necessario valutarne l’attuazione visto che tanti ragazzi che compiono determinate azioni vengono da fuori città, quindi non residenti nel Comune”.

Dopo l’aggressione in via Roma di ieri ad un ragazzo – malmenato da una gang di coetanei e derubato del monopattino – è scattato l’arresto di due minorenni veronesi, delle quali almeno una sarebbe stata trasferita nella serata di ieri al carcere di Treviso.

Sull’episodio si è accesa immediatamente la polemica politica: per Flavio Tosi una conferma del clima di pericolo in città. Per Filippo Grigolini (Verona al centro) “Il fatto che chi si presta ad azioni violente ed a soprusi sa prontamente individuato e arrestato, come accaduto a seguito dell’episodio in via Roma, ci dà ulteriore consapevolezza, ce ne fosse stato bisogno, che chiunque si renda responsabile di atti di delinquenza a Verona non la passa liscia grazie – aggiunge Grigolini – alle telecamere di sicurezza installate in città da questa amministrazione. Non a caso il numero delle denunce di reati è calato del 30% dal 2017 ad oggi».

Per Traguardi, Tommaso Ferrari e Beatrice Verzè sottolineano come “L’intervento diretto contro la microcriminalità e l’ordine pubblico non devono passare in secondo piano, sia chiaro, ma l’approccio non deve essere troppo sbilanciato a favore dei controlli e della repressione a scapito del fondamentale tema della prevenzione. Siamo di fronte a un fenomeno complesso e il messaggio che dovrebbe passare è che la prevenzione è importante tanto quanto il controllo diretto ed è uno sforzo che va fatto su più fronti, lavorando in rete tra istituzioni, famiglie e comunità. La nostra proposta è quella di creare dei distretti di quartiere per il supporto giovanile e adolescenziale. Si tratta di spazi in cui ragazze e ragazzi, soprattutto in condizioni di fragilità, possano trovano un luogo accogliente e formativo in cui trascorrere il tempo, al di fuori della scuola, che passerebbero altrimenti da soli o in situazioni inadeguate. In questo il Comune deve fare rete con realtà e associazioni del territorio, per mettere a disposizione un’equipe di professionisti cui i giovani verranno affidati. L’obiettivo è rimettere al centro una categoria, quella della fascia adolescenziale, che per troppo tempo non ha trovato spazio, occasione di crescita e supporto nella nostra città”.

Per Michele Bertucco: “La politica finora attuata da Sboarina è stata quella della repressione del disagio sociale con gli sgomberi dimostrativi e nessuna politica sociale adeguata al fenomeno del disagio giovanile di cui ci si occupa soltanto quando assurge agli onori delle cronache.
Va invece rafforzata la rete dei servizi in coordinamento con le altre istituzioni, a partire dalla Scuola, e le famiglie, le quali si fanno già in quattro per conciliare lavoro e famiglia. Questo però non è un compito che si possa svolgere in qualche giorno o settimana. Fatichiamo del resto a trovare in bilancio stanziamenti adeguati ad un tema così grave e importante. Non basta tamponare, serve una politica seria di prevenzione che pensiamo possa arrivare con una nuova amministrazione di centrosinistra
“.

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