(di Stefano Cucco) Le smisurate isole di plastica galleggianti negli oceani, capaci anche di raggiungere dimensioni ben superiori a quelle dell’Italia, rappresentano soltanto la punta dell’iceberg del fenomeno della dispersione dei rifiuti. È ormai accertato come circa l’80% della spazzatura che invade le acque dei mari di tutto il mondo provenga dall’entroterra e per rendersi conto di quanto sia diffuso il malcostume del littering, termine inglese che indica l’abbandono di immondizia di piccole dimensioni, basta osservare parchi, piazze, strade, spiagge e boschi della nostra penisola. Imballaggi, contenitori e residui di ogni materiale vengono gettati con noncuranza in spazi pubblici, causando in primo luogo ingenti danni di carattere ambientale, ma anche elevati costi economici che si ripercuotono sulla collettività ed evidenti danni d’immagine a territori per i quali il turismo costituisce una delle principali fonti di reddito.

Da qui l’importanza di attuare azioni volte a responsabilizzare i giovani, gli adulti e perfino i fumatori. I mozziconi di sigaretta risultano, infatti, tra i rifiuti più frequentemente dispersi nell’ambiente e per decomporsi impiegano fino a due anni. Per non parlare della plastica, per la quale può essere necessario oltre un secolo. Il fenomeno dei rifiuti abbandonati è molto sentito anche nel Basso Veronese. Ogni giorno incivili abbandonano grandi quantitativi di roba di scarto delle lavorazioni ed oggetti di uso quotidiano che non servono più.

Ma il fenomeno dell’abbandono riguarda anche la frazione secca, l’umido, il vetro e la carta. Tra coloro che, ormai da parecchio tempo, sono in prima linea su questo fronte c’è senza ombra di dubbio Claudio Valente. L’ex presidente provinciale di Coldiretti Verona e attuale presidente dell’Esu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario), infatti, periodicamente, con l’ausilio di alcuni volontari, ispeziona il Comune di Roverchiara, dove è residente e dove è sindaco sua moglie Loreta Isolani, ripulendolo dall’immondizia gettata a cielo aperto. Qualche giorno fa ha avuto luogo la sua ultima uscita (la quarantesima in ordine di tempo) che, come nelle occasioni precedenti, ha messo Valente e le persone che lo hanno aiutato di fronte ad uno spettacolo a dir poco desolante. Le aree verdi da loro scandagliate, infatti, contenevano oggetti di ogni tipo, tra i quali “spiccava” una lavandino. Ma non solo. Vi erano abbandonati pure degli indumenti semi nuovi, tantissimo vetro e rifiuti di ogni genere.