Il presidente del Consorzio di tutela del Valpolicella Christian Marchesini ha annunciato la presentazione della candidatura al riconoscimento dell’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità della tecnica della messa a riposo delle uve per l’Amarone. Lo ha fatto oggi aprendo alla Gran Guardia il convegno ‘Amarone Opera Prima’ per celebrare il millesimo 2018 del grande vino veronese.

Il dossier redatto dal comitato scientifico è costituito da una relazione con i risultati degli studi e i documenti che giustificano la validità della richiesta che si fonda su una tecnica che viene applicata da 1500 anni. Importante la localizzazione di questa tecnica in diciannove comuni cui lavorano ottomila persone.

Il documento sarà trasmesso al ministero della Cultura, a quello dell’Agricoltura e alla Commissione nazionale per l’Unesco, l’organismo che fa capo al ministero degli Ester che entro il 30 marzo dovrà trasmette a Parigi, sede centrale dell’Unesco, una delle richieste ricevute.

Presenti al convegno tutte le autorità, civili e militari, oltre al sindaco di Verona Damiano Tommasi e il presidente della Provincia Flavio Pasini, il presidente della regione Veneto Luca Zaia che si è dichiarato assolutamente favorevole all’iniziativa del Consorzio, così come è stato per il Prosecco. Presenti anche il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra ( FdI) ed i parlamentari veronesi Matteo Gelmetti e Maddalena Morgante oltre a un pubblico qualificato di imprenditori e amministratori. Particolarmente significativa (qui il nostro video) la presenza di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura (FdI). Non solo perché è veronese, ma perché nel suo ruolo di governo ha la delega ai rapporti con l’Unesco. «Oggi sono qui più che come sottosegretario alla cultura come veronese perché – ha tenuto a dire- faccio il tifo per il nostro vino perché il nostro vino è anche cultura. Al ministero esiste una task force molto forte e competente che lavora alle candidature italiane da presentare all’Unesco. Ha già dato prova di essere capace di portare a caso buon risultati, come con l’operazione del ‘Tocatì’ che, come sappiamo tutti, andata a buon fine. Io credo – ha concluso il sottosegretario- che approfondiranno al meglio questa proposta di candidatura e poi…incrociamo le dita…speriamo che Parigi la possa prendere in considerazione perché la scelta non è solo degli italiani, ma necessita di tutto un percorso.»