Anziani. Meglio a casa loro che in un istituto. Ma lo Stato deve investire di più e venire incontro alle famiglie  perché sia possibile

Proprio ieri, in occasione della “giornata dei nonni” il responsabile della Chiesa per i problemi degli anziani ha auspicato che l’ideale sarebbe che i nostri vecchi potessero finire i loro giorni nella loro casa o, in ogni caso, in famiglia piuttosto che essere mesi in una casa di riposo. Si sa che non sempre questa soluzione è possibile, ma laddove lo è sarebbe opportuno perseguirla.
Come non essere d’accordo. Niente può sostituire le cure amorevoli di una figlia o di un figlio o il sorriso o la compagnia di un famigliare. Un conto è passare gli ultimi anni in una casa di riposo, un altro a casa propria.
Questa soluzione però sarebbe molto più percorribile se adeguatamente supportata dal sistema di assistenza socio-sanitaria. E’ noto che senza il supporto dell’ Assistenza Domiciliare Integrata, che dipende dall’Azienda Sanitaria Locale (Asl), che in Veneto si chiama giustamente Ulss ( Unità locale socio sanitaria), per i famigliari assistere un anziano diventa molto  più difficile di quando già non lo sia. Per fortuna c’è il servo-meccanismo delle badanti, che in qualche modo svolgono un ruolo di supplenza laddove il sistema è carente. Ma lo stesso occuparsi in prima persona di un genitore anziano non autosufficiente può comportare un carico emotivo e fisico tale da pesare psicologicamente sui figli anche dopo la sua morte. Lo afferma una ricerca condotta da economisti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Université Paris Dauphine, pubblicata su Applied Economics Letters.
E’ la depressione la conseguenza più comune, che colpisce soprattutto le donne, principalmente coinvolte nella cura, legata allo stress e agli sforzi richiesti specialmente nei Paesi con un sistema socio-assistenziale poco sviluppato e finanziato.
“I dati confermano – commenta Giacomo Pasini, professore di Econometria a Ca’ Foscari e coautore dello studio con Agar Brugiavini, Elena Bassoli ed Eric Bosang – che i figli, in particolare le donne, devono dedicarsi totalmente e con grande sforzo psicofisico al genitore quando il sistema di welfare pubblico non garantisce un’adeguata assistenza agli anziani non autosufficienti”.
In Italia si investe nell’assistenza e la cura degli anziani solo lo 0,9% del Pil, meno dell’Olanda (2,9%), della Svezia, Danimarca, Svizzera, Belgio. Germania, Francia e Austria investono tra l’1,5 e l’1,8%   

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