AutoBrennero, Margrethe Vestager manda a casa (più ricchi) i soci privati. Lunedì si approva la “proroga D’Arienzo” salva-concessione

Per evitare la messa a gara della A22 del Brennero non c’è rimasto molto tempo: Margrethe Vestager, la Commissaria alla Concorrenza dell’Unione ha bocciato la proposta del sindaco di Verona e della Lega di prolungare di altri dieci anni la concessione in essere, così da permettere l’avvio di un piano di investimenti straordinari imposti dalla pandemia. La risposta è stata netta: niente da fare, ulteriore tempo per una concessione già scaduta, con soci privati nel capitale della concessionaria, sarebbe un aiuto di Stato illecito. Quindi, si torna alla casella di partenza: ovvero alla richiesta dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, come già la Corte dei Conti,  di avviare le procedure di gara per l’individuazione di una nuova concessionaria dato che non risulta ancora perfezionata la liquidazione dei soci privati, la cui presenza per l’eventuale affidamento della concessione in modalità in house è in contrasto con il parere rilasciato dalla Commissione europea il 20 novembre 2018.

A rallentare l’iter di gara – che sarebbe aperta a tutti gli operatori, anche quelli internazionali che avrebbero ben poco interesse nello sviluppare relazioni strette con gli enti locali, quanto a massimizzare il proprio investimento  – sarà lunedì l’approvazione definitiva dell’emendamento di Vincenzo D’Arienzo, senatore Dem, al decreto agosto: diventerà così definitiva la proroga al 29 dicembre 2020 per la sottoscrizione degli atti convenzionali di concessione precedentemente fissati al termine del 30 novembre.

«Ora in Legge di bilancio – aggiunge D’Arienzo – proporrò di consentire alla Regione Trentino A.A. e agli enti locali della tratta A/22 – ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2437 sexies del codice civile ed anche in deroga allo statuto – di procedere al riscatto delle azioni possedute dai privati, previa delibera dell’assemblea dei soci, adottata con la maggioranza prevista per le assemblee straordinarie (in deroga al Codice civile)». Una boccata d’ossigeno per convocare i soci e mettere mano al portafoglio.

E qui viene il punto, quanto spetta ai privati? Bisogna rilevare il 14.15% della società nelle mani di pochi azionisti: Serenissima Partecipazioni SpA, per il 4,2327 %; Società Italiana per Condotte d’Acqua, per lo 0,1 %; Banco BPM di Verona che controlla l’1,9973 % ;  Infrastrutture CIS S.r.l. che ha 7,8275 %  per un valore nominale di 4,3 milioni€ ed è il maggiore azionista. Il punto è che il capitale sociale dell’AutoBrennero è di 55,4 milioni €. Il valore di riacquisto di queste azioni sta nella forcella 70 milioni (valore fissato dalla Corte dei Conti del Trentino AA) e i 165 milioni chiesti dai privati. Il closing potrebbe attestarsi sui 110-120 milioni.

Perché questa disparità? Perché l’Autostrada del Brennero ha in cassaforte quasi 800 milioni di riserve che debbono finanziare lo sviluppo del nuovo traforo che renderà la A22 la colonna vertebrale dei commerci intraeuropei. 800 milioni, il cosiddetto “Fondo Ferrovia” , che la A22 verserà allo Stato in dieci anni, con una prima rata già nei prossimi giorni. Un bel malloppo, tanto che il partito a favore dei soci privati ha parlato di esproprio proletario.

«Qui nessuno vuole un esproprio – ribatte Vincenzo D’Arienzo anche oggi a Roma per seguire gli sviluppi della situazione – i valori sono stati controllati dalla Corte dei Conti e nessuno vuole stangare i privati. Ma la richiesta di ulteriori dieci anni di concessione – oggi così sonoramente bocciata – ci ha fatto perdere tempo prezioso: tre mesi almeno! Oggi potremmo già avere un percorso delineato con l’uscita dei soci incompatibili e l’assegnazione in-house della concessione. Ora invece siamo a rischio di una gara che nessuno di noi vuole. Oggi la commissaria europea ha posto la parola fine a tutte le soluzioni impossibili che i contrari al rinnovo della concessione autostradale A/22 “in house” hanno opposto ritardandone la conclusione. Ora, le chiacchiere sono finite. Dobbiamo correre per inserire l’emendamento in Finanziaria e salvare la A22 ed i suoi investimenti sul territorio. Ricordo che Verona ha in ballo due miliardi di euro per interventi infrastrutturali: la terza corsia tra Verona e Modena e la terza corsia dinamica Bolzano Sud-Verona, le barriere antirumore, le aree di servizio (Affi e Povegliano) e contributi alle Province per opere esterne all’asse autostradale, ad esempio il finanziamento per la mediana provinciale da Nogarole Rocca a Isola della Scala che bisognerebbe estendere ad Oppeano sulla SS 434».

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