Baby-gang. Ma non sono bambini

Ieri su L’Adige l’allarme per la presenza delle “baby-gang” che imperversano in Borgo Roma soprattutto alla sera. Elemento di degrado e di preoccupazione per la sicurezza dei cittadini. Un problema che ormai è fra noi. Vale la pena allora di fare un ragionamento.

Parlare di “baby gang” è fuorviante, perché porta a minimizzare. Fa pensare a dei bambini. Ma i bambini non c’entrano. Induce alla sottovalutazione del fenomeno. Sono dei ragazzotti che, in quanto a capacità d’offesa, sono uomini a tutti gli effetti. In altri tempi sarebbero stati dichiarati “abili” per andare in guerra. Sono bande di teppisti, di delinquenti in erba. Fino a qualche anno fa non esistevano. Erano ancora piccoli i figli degli immigrati dal Magreb. Stavano con mamma e papà. Ma adesso sono cresciuti. Abitano negli stessi quartieri, si aggregano in gruppi e girano per la città con atteggiamento strafottente. Ogni tanto picchiano qualcuno. Senza motivo o per rapinarlo. Si affrontano in risse di massa, com’è capitato a Milano, a Roma e a Varese. Spacciano o consumano droga. Incontrare per strada uno di questi branchi dà un senso di insicurezza anche se non succede niente, per il semplice fatto che può succedere.

Le bande giovanili sono sempre esistite. Specie quando i giovani c’erano. Famoso il fenomeno dei “teddy-boys” negli anni ’50 o quello dei “Mods” e dei “Rockers” nell’Inghilterra degli anni ’60. Poi i giovani sono diventati sempre meno a causa della denatalità. E anche le bande erano scomparse. 

Sono tornate con l’immigrazione. Nelle periferie abitate da immigrati arabi, che hanno un tasso di natalità molto alto, si concentrano molti adolescenti, accomunati da cultura, abitudini ed educazione diverse dalle nostre. Soprattutto hanno un senso d’aggregazione derivante dalla comune identità, dalla condizione economica e dal sentirsi diversi rispetto ai loro coetanei italiani. E per indole e cultura sono aggressivi. Molti usano girare con il coltello. A buttare benzina sul fuoco s’aggiunge la moda “rap”, proveniente dai ghetti americani, con il suo linguaggio e i suoi messaggi violenti. E’ in questa sub-cultura che cresce un fenomeno destinato a crearci problemi se non viene stroncato subito. Perché  anche giovani delinquenti crescono.

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