Bertolaso chiede l’Esercito negli Ospedali per far smettere le aggressioni ai medici

Guido Bertolaso, medico, assessore al Welfare della Regione Lombardia, già apprezzato capo della Protezione Civile, ha reagito all’ennesima aggressione ad un medico: i posti di Polizia negli Ospedali devono essere più visibili per fare da deterrente.

E se non ci sono abbastanza poliziotti si impieghi l’Esercito. Già li si utilizza per altri obiettivi sensibili, perché non per gli Ospedali?

Se i medici non possono lavorare tranquilli e continueranno ad essere vittime di violenze saremo costretti a chiudere i Pronto Soccorso. Chiaramente una provocazione, che però dà la misura di come le aggressioni ai medici colpiscono al cuore il sistema sanitario.

Come se non bastassero la carenza di medici e di infermieri e la cronica mancanza di fondi, ad aggiungere problema a problema c’è anche questo fenomeno di cui i Pronto Soccorso sono la frontiera più esposta. 

Ultima in ordine di tempo l’aggressione avvenuta mercoledì 19 luglio al Policlinico di Milano, dove un medico di 32 anni è stato picchiato da un energumeno, figlio di una paziente, che gli ha provocato ben 4 fratture al femore.

Il fatto più grave di tutti e che ha più indignato l’opinione pubblica era avvenuto il 21 aprile scorso all’ospedale Santa Chiara di Pisa, quando una psichiatra, Barbara Capovani, è stata aggredita a sprangate subito fuori dal suo reparto da un suo ex paziente ed è morta dopo due giorni di agonia.

Il primo caso dieci anni fa a Bari, quando un’altra psichiatra, Paola Labriola, è stata assassinata con 57 coltellate da un paziente. In mezzo, in dieci anni, una lista interminabile di devastazioni, pugni, botte, vetri fracassati, offese e prepotenze ai danni del personale sanitario che è l’ al servizio di tutti. Un’escalation cui bisogna porre fine. 

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