Buone notizie per gli azionisti Banco Bpm che, come noto, ha assorbito il Banco Popolare di Verona. Il Banco Bpm ha chiuso l’esercizio 2021 con un utile di 569 milioni, in forte crescita rispetto ai 21 milioni del 2020 e del 10% superiore alle indicazioni offerte al mercato. Ai soci, si legge in una nota, verrà proposta una cedola di 19 centesimi per azione, pari a un monte dividendi di 287,9 milioni, con un pay-out del 50%, superiore agli obiettivi del piano strategico, e un rapporto dividendo/prezzo del 6,8%.

“L’utile netto su base adjusted è più che raddoppiato a 710 milioni dai 330 del 2020, e rappresenta il risultato migliore dalla nascita del gruppo. Nel corso del 2021, nonostante il difficile quadro macroeconomico tuttora impattato dalla crisi sanitaria Covid-19, lo sforzo commerciale e organizzativo del Gruppo ha consentito di registrare performance significative che hanno portato i risultati a livelli superiori a quelli pre-pandemici e consentono di mantenere una piena fiducia nel raggiungimento dei target previsti dal piano strategico”, spiega Banco Bpm.

“Sono il risultati migliori dall’esordio”, ha sottolineato l’amministratore delegato Giuseppe Castagna, presentando i conti del 2021 alla comunità finanziaria. “Un andamento che ci permette di proporre ai nostri azionisti un dividendo pari a un pay-out del 50%, un livello decisamente superiore agli obiettivi del piano strategico e che apre la strada a un possibile ulteriore incremento della remunerazione entro l’orizzonte del piano”, che potrebbe tradursi in un incremento del pay-out o in un buyback.

Nel 2021 i proventi operativi sono cresciuti a 4.511 milioni (+8,6% sul 2020), il risultato della gestione operativa del 15,9% a 1.995 milioni mentre il rapporto tra costi e ricavi è sceso dal 58,5 al 55,8%. Le rettifiche su crediti sono ammontate a 887 milioni, in calo rispetto agli 1,34 miliardi del 2020. Per quanto riguarda i crediti deteriorati, gli npl complessivi sono scesi da 8,6 a 6,4 miliardi (-25,7%), con un calo dell’npe ratio lordo dal 7,5% al 5,6%. Tale indicatore scenderà al 4,8% nel 2022 grazie grazie ad un’ulteriore attività di derisking su crediti per 1 miliardo di euro.

Si conferma “molto solida” la posizione patrimoniale, con un Cet1 fully phased al 13,4%. Dal punto di vista commerciale gli impieghi netti in bonis ‘core’ (rappresentati da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) sono saliti dell’1,1% a 99,5 miliardi, In crescita anche la raccolta diretta core, +5,1% a 105 miliardi, e quella gestita, salita del 9,6% a 65,3 miliardi.

Nell’ambito delle misure di sostegno dell’economia per l’emergenza Covid, le erogazioni assistite da garanzia statale del 2021 sono state pari a circa € 7 miliardi, portando il totale stock di tali crediti garantiti al 31 dicembre 2021 a € 16,8 miliardi; mentre, per quando riguarda le moratorie previste dal Decreto Cura Italia e dal Protocollo ABI, a inizio 2022 risultano totalmente scadute19, con un tasso di default che, comprendendo anche le rate addebitate a gennaio 2022, si è attestato all’1,5%.