Busta paga più pesante per i metalmeccanici artigiani. L’anticipo sul futuro contratto è un freno all’inflazione

(s.t.) Anche nel Veneto busta paga più pesanti per i metalmeccanici. Una piccola ma importante boccata di ossigeno per i lavoratori in un Paese che negli ultimi anni ha visto ridursi progressivamente il potere di acquisto delle famiglie. Ma che non riesce nemmeno a trovare né ad adottare un modello di crescita che salvaguardi il valore della competitività e la produttività del sistema manifatturiero made in Italy.

A gennaio 2024 gli oltre 70 mila metalmeccanici veneti impegnati nel settore dell’artigianato troveranno nello stipendio i primi positivi effetti dell’aumento dei minimi retributivi definito il 21 dicembre scorso con la contrattazione nazionale da Fim, Fiom e Uilm e dalle rappresentanze delle imprese aderenti alla Confartigianato, alla CNA, a Casartigiani e alla Claai. Lo comunica il segretario della Fim Cisl del Veneto Nicola Panarella, in una nota ripresa e diffusa dal segretario della Fim Cisl Verona Adriano Poli.

“La quota rappresenta un anticipo degli aumenti dei minimi retributivi che verranno determinati nel prosieguo della trattativa per la vigenza contrattuale 2023-2026 del contratto Artigiani Area Meccanica”, spiega Panarella. “Vi sono compresi quattro settori: la meccanica e installazione di impianti, gli odontotecnici, gli orafi-argentieri e il restauro artistico – beni culturali) e l’aumento è calcolato sulla base dell’indice europeo Ipca del 2023”. Il modello armonizza i prezzi al consumo per i Paesi della UE per assicurare una misura dell’inflazione comparabile, ndr. L’Istat ha calcolato che a dicembre l’inflazione “di fondo”, al netto degli prodotti energetici e degli alimentari freschi, ha rallentato dal +3,6% al +3,1% (l’analisi a questo link), ma siamo ancora tutt’altro che fuori pericolo, soprattutto per i redditi medi.

Anche l'aumento dei salari può aiutare a trattenere l'inflazione
Anche l’aumento dei salari può aiutare a trattenere l’inflazione
Nicola Panarella, segretario regionale della Fim Cisl del Veneto
Nicola Panarella, segretario regionale della Fim Cisl del Veneto

L’aumento (tecnicamente denominato AFAC, acconto sui futuri aumenti contrattuali) è di 96 euro al quarto livello, pari a un incremento percentuale medio del 6.6% per tutti i livelli salariali, che sarà riconosciuto a più di 500 mila lavoratori impiegati nel settore dell’artigianato in area meccanica in tutto il Paese. La prima tranche di 50 euro, a valere dal 1° dicembre 2023, sarà ora recuperata nella busta paga di gennaio 2024, mentre la seconda di 46 euro dal 1° aprile 2024.

Panarella (Fim Cisl): i prezzi penalizzano il potere d’acquisto della busta paga

“Questo accordo dimostra che le buone relazioni sindacali, attraverso la contrattazione, possono portare risposte veloci e adeguate anche rispetto alle retribuzioni, soprattutto in una fase di inflazione che risulta particolarmente penalizzante per il potere d’acquisto dei lavoratori”, sottolinea poi Panarella. “La Fim-Cisl ritiene questo accordo un primo importante passo per il complessivo rinnovo del contratto nazionale degli artigiani dell’area meccanica, un settore in cui si incontrano molte difficoltà nel raggiungere tutti i luoghi di lavoro per l’alto numero di aziende distribuite su tutto il territorio veneto”.

La trattativa per il rinnovo dell’intero contratto nazionale proseguirà a partire dal 26 gennaio, quando si affronteranno i temi legati alla conciliazione vita – lavoro e orario di lavoro, alla formazione professionale, alla salute e sicurezza. “Proporremo soprattutto”, conclude il segretario veneto, “di affrontare la discussione per definire le condizioni per la costituzione di un Fondo di Previdenza Complementare di categoria”.

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