Francamente dopo che Luca Campedelli, annunciando la sua intervista a Report, aveva detto
“Non so che farò di me dopo questa intervista…cercherò di andare avanti. Credo che sia l’ultima intervista che rilascio” ci si aspettava un’intervista col botto, delle dichiarazioni esplosive, un j’accuse sul calcio italiano che avrebbe fatto scalpore. Era stato zitto per mesi. Aveva assistito impotente alla distruzione del suo Chievo, annientato dalla giustizia sportiva e amministrativa. Ma alla fine, quand’è venuto fuori che le plusvalenze mica le ha fatte solo lui, ma fanno parte di un sistema, e che però è stato solo il Chievo a pagare, ha deciso di parlare. E per farlo ha scelto il luogo mediatico più giusto per lanciare delle denunce: Report, su Rai 3, trasmissione di giornalismo d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci. Gli ingredienti per un intervista scoop c’era tutti. E’ invece Campedelli non ha fatto nessuna rivelazione, non ha detto nulla di dirompente, niente più di quanto non si sapesse già. E cioè che la legge “per gli amici si interpreta, per i nemici si applica” che c’era un disegno per far fuori il Chievo perché “al tavolo non servivamo più” e che con i conti “noi eravamo in regola a prescindere dalle plusvalenze”. Ma questo l’avevano capito tutti. E, facendo due più due, quello che sta emergendo adesso con “calciopoli 2” ne è una conferma difficilmente confutabile.
Aveva detto che non sapeva “ che farò di me dopo questa intervista”. Ci si aspettava un “muoia Sansone e tutti i Filistei!” Invece abbiamo ascoltato quello che già sapevamo. Niente di più.