1929-2013: Attilio Carlesso è un esperto, per professione e per passione, di storia economica. E parte da queste due date per raccontare il bilancio 2012-13 di cantina di Soave (oltre 6mila ettari vitati, oltre 2mila soci: la più grande cooperativa di primo grado in Italia): «Il ’29 è l’anno della più grande crisi dell’economia mondiale; il 2013 è l’anno dei forconi dopo la più lunga crisi mai registrata dall’economia mondiale e italiana in particolare. Nel 1929, rinasce la Cantina di Soave dopo essere stata sciolta nel 1926 per assenza di prodotto; nel 2013, la Cantina di Soave raggiunge il più alto ammontare di contribuzione ai soci e il più alto livello di patrimonializzazione,. Mi sento di poter dire che abbiamo fatto il nostro dovere». Attilio Carlesso, presidente di cantina di Soave, affiancato da Bruno Trentini, direttore generale, riepiloga i dati “forti” di un bilancio che sebbene condizionato dal crollo nel conferimento delle uve a seguito della difficile vendemmia 2012 (meno 30% attestandosi a poco più di 700mila quintali a fronte di una media degli ultimi anni prossima al milione) ha mantenuto il suo fatturato ed ha confermato la sua capacità di generare cassa e di fare investimenti. I dati: – il fatturato è passato da 105.5 milioni a 99,5 con una contrazione del 4%; – la quota di export si è portata al 52% del fatturato con significative performance in Germania, Regno Unito (da sempre i principali mercati), ma anche in Russia, Svizzera e Austria con tassi di crescita a due cifre. Bene anche gli Stati Uniti, oggetto di un massiccio sforzo: la controllata Cantina di Soave Usa, a Clinton, Massachussets, ha raggiunto i tre milioni di euro di budget e si prepara a crescere ancora allargando il suo raggio d’azione dai tradizionali Stati di sbocco al resto dell’Unione; – il cash flow si è attestato a 6milioni (erano 7,5 nel precedente esercizio), cifra ragguardevole, mentre sono quasi raddoppiati gli investimenti: 4.1 milioni contro i 2,5 del precedente esercizio; la posizione finanziaria netta è positiva con una crescita di 3,9 milioni rispetto a quella fatta registrare nel precedente esercizio; – la liquidazione ai soci ha toccato il livello record di 62.2 euro a quintale contro i 49,97 dell’esercizio precedente (dieci anni fa l’uva veniva liquidata praticamente alla metà, poco più di 37 euro). Vuol dire che Cantina di Soave ha immesso reddito nell’economia veronese per una quarantina di milioni di euro; – prosegue la crescita dei marchi aziendali, un altro 2% che porta a più 62% in dieci anni la crescita di questo segmento di prodotto, e cresce dell’1,75% il fatturato dei vini imbottigliati a fronte di una contrazione dei volumi del 7,5%; – il patrimonio netto raggiunge i 50,6 milioni di euro («Ma soltanto la componente immobiliare vale, a valori di mercato, due, tre volte di più di quanto iscritto a libro» sottolinea Bruno Trentini) . Un bilancio così non poteva che essere approvato all’unanimità dei soci della cantina ed anche questo è uno dei record dell’anno. Trentini e Carlesso hanno parlato anche di prospettive e di mercato: partendo dalla Valpolicella per finire al segmento in forte crescita degli sparkling wines. «Siamo preoccupati per quanto sta accadendo in Valpolicella – ha commentato il ticket di vertice della Cantina – l’egoismo di pochi, dieci produttori in tutto, rischia di far crollare un sistema che oggi è considerato ottimo, ma dove non mancano i fattori di criticità. E per fortuna che la Natura quest’anno ci ha messo lo zampino impedendo che in fruttaio venisse posta più uva del necessario. L’equilibrio è delicato, noi non scordiamo che appena nel 2005 le cantine erano piene di vino invenduto. Quindi, come maggiore realtà anche della Valpolicella Doc, chiediamo più attenzione alla salvaguardia dell’interesse di tutti».[//] Sparkling: «Abbiamo una posizione leader in Italia nel metodo charmat, con Maximilian, e siamo il quinto produttore in Italia di vini spumanti, sia elaborati con metodo charmat che Classico. A fine anno, probabilmente, diventeremo il quarto. Abbiamo rafforzato la nostra posizione nel segmento potendo beneficiare di uno dei più bei territori del Veneto, la Lessinia, e ci stiamo impegnando per la valorizzazione del Lessini Durello Doc. Ci sono tutte le condizioni per far crescere la denominazione e per produrre sempre più grandissimi spumanti». Attilio Carlesso e Bruno Trentini hanno confermato poi l’impegno a proseguire in una crescita, ora, per linee interne (dopo l’abbuffata di acquisizioni degli anni passati) e specificamente veronesi: «Non sarebbe utile o credibile andare ad investire il frutto del lavoro di migliaia di famiglie veronesi in Toscana o altrove, né del resto sarebbe utile per noi un’operazione alla Cavit (che ha acquisito in Germania quest’anno un noto produttore di Sekt): consideriamo che i principali produttori di spumante tedeschi sono anche nostri clienti e quindi sarebbe autolesionistico e poco fair nei loro confronti. No, la crescita partirà da qui e qui se ne godranno i frutti». Per questo la cantina di Soave ha acquisito circa 100mila metri quadrati per il futuro sviluppo dei suoi impianti produttivi all’ingresso dell’abitato di Soave, mentre è definitivamente a pieno regime Borgo Rocca Sveva, il biglietto da visita di Cantina di Soave (centro congressi, wineshop, ristorante, orto botanico, sede di rappresentanza e vigneti sperimentali: tutto all’ombra del castello).