Chiaretto Bardolino, il vino di una notte dell’Azienda Agricola Poggio delle Grazie. La degustazione

Sulle colline moreniche poste a ventaglio a sud del lago di Garda risultato dell’azione della conoide atesina e del dilavamento connesso alla fine dell’era glaciale, nel Comune di Castelnuovo del Garda, tutto fatto di collinette graziose e di pianura fluvioglaciale, si erge un poggio sino all’altezza di centoventi metri circa, dal quale si riesce da intravedere il lago. E’ il Poggio delle Grazie, collina morenica così chiamata perché salvatasi dagli intesi bombardamenti degli alleati nella seconda guerra mondiale. Qui i fratelli Massimo e Stefano Brutti fanno dei vini eccellenti, con il concetto dell’agricoltura biologica. Tra questi, abbiamo degustato il Chiaretto 2020, il “vino di una notte”, come viene descritto, per differenziarlo dagli altri rosati che sono elaborati con un più lungo contatto bucce mosto. Qui il mosto stia a contatto con le bucce solo per poche ore: eco perché si definisce il «vino di una notte»

Correva l’anno 1896 quando il senatore del Regno a Salò Pompeo Molmenti fissò le regole di un nuovo vino nella sua cantina di Villa Brunati a Moniga del Garda, sponda bresciana del lago di Garda . Così diede vita al Chiaretto, un vino tipico di questa zona. Il Chiaretto è tra i primi vini italiani ad aver ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata, il 21 luglio 1967, e ogni anno viene celebrato a Bardolino con il Palio del Chiaretto e a Moniga del Garda con la manifestazione Italia in Rosa. Le uve devono essere vendemmiate circa venti giorni prima di quelle per il Bardolino e in cantina vanno sottoposte a pressatura soffice con temperatura controllata.

L’uva di gran lunga più importante nella produzione del Chiaretto di Bardolino è la Corvina Veronese, utilizzata fino al 95% nell’uvaggio, fatta salva una quota minima del 5% di Rondinella. Il Chiaretto viene invece prodotto mediante pressatura soffice delle uve, con tempi di macerazione piuttosto brevi. Non viene più usata la tecnica del salasso, com’era più usuale un tempo, ed è stata assolutamente bandita la pratica dell’appassimento delle uve: pertanto il Chiaretto deve essere prodotto solo con uve fresche. 

Il migliore degustato, quello del Poggio delle Grazie. A Castelnuovo del Garda, l’azienda dei fratelli Brutti fa leva sulla sostenibilità e il rispetto dell’areale. Una nuovissima cantina che produce   vini naturali Marzemino, Bardolino e Custoza, Rifermentati e un Ancestrale. Le uve vengono raccolte a mano e subito lavorate. La macerazione a freddo delle uve per circa 8 – 10 ore, è necessaria a ottenere un mosto dal colore vivace a intenso. Il mosto ottenuto viene poi fatto fermentare a temperature controllate mai superiori ai 18 °C per favorire la migliore espressione aromatica. A fine fermentazione il vino sosta sulle fecce fini per almeno 3 mesi. Affinamento in bottiglia 2 mesi.

Risultato: un vino dal colore che pare attraversare le sfumature del tramonto del lago in estate, un profumo intenso con note aranciate rossa silicella, emergono balsamici tratti di menta e timo. Una sapidità avvolgente parla al palato di un vino proveniente da ancestrali paleosuoli. L’attenzione dell’agricoltore è tesa a preservarne i caratteri con una potatura intelligente e mai invasiva. Vino allegro e gioioso. 95 punti.

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