Conferenze in vista dell’arrivo di Papa Francesco: Mons. Savino, “sull’immigrazione ci giochiamo la civiltà e la democrazia”

(di Matilde Anghinoni) Inizia il conto alla rovescia alla visita di Papa Francesco a Verona. A poco più di 100 giorni di distanza, la Diocesi scaligera ha dato il via ad un ciclo di conferenze che mirano a riflettere sui grandi temi attuali in vista di “Arena per la Pace” del 18 maggio. E ad aprire la serie di incontri un convegno in tema migrazioni perché, come ha spiegato la giornalista Lucia Capuzzi in collegamento, “non si può scindere la questione della pace da quella migratoria e, ovviamente, dalle guerre a essa legate”.

Insieme e lei, a Palazzo Vescovile, anche mons. Francesco Savino, vicepresidente CEI e vescovo di Cassano sull’Jonio (CS), e Gianfranco Schiavone, presidente consorzio italiano solidarietà ed ex vicepresidente Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione). Le conferenze, racchiuse nell’iniziativa dal titolo “Giustizia e pace si baceranno” coinvolgono la Chiesa di Verona, la città scaligera, ma anche molti movimenti e associazioni di tutto il territorio italiano.

“Il problema è l’approccio, che in Italia è fortemente ideologico – spiega mons. Savino -. Viviamo in un tempo dove la democrazia è fragile e persiste uno scontro tra diritti civili e diritti sociali. Anche l’approccio all’immigrato stesso, concepito come qualcuno di pericoloso, ma ci dimentichiamo che ogni popolo è il risultato di un’unione di culture e civiltà. Sull’immigrazione noi ci giochiamo la civiltà e la democrazia. Negli ultimi anni questo tema è diventato sempre più divisivo ma non si può stare nella Chiesa ed essere divisivi al contempo, le due cose non possono convivere nella stessa persona”.

Secondo il vescovo, quindi, la soluzione è rivedere il paradigma culturale: il migrante da problema deve cominciare a essere considerato una risorsa. E a questo proposito, ha citato il rapporto CENSIS 2023 che definisce come la popolazione straniera sia necessaria per contrastare il calo demografico. Circa la metà è infatti composta da under 35 (45,6%, pari a 2,3 milioni di persone, mentre i cittadini italiani sono 17 milioni, pari al 31,7% del totale) e più della metà delle donne sono in età feconda (il 55,6%, mentre tra le italiane la percentuale scende al 37%). 

A un anno da Cutro

E in tema migrazione, non potevano mancare i riferimenti alla tragedia di Cutro dello scorso anno. Il sentimento condiviso degli oratori è stato chiaro: la tragedia si poteva evitare e il decreto successivo è risultato in un fallimento. “Il decreto Cutro ha peggiorato sostanzialmente un sistema già fortemente negativo, vessatorio e privo di tutela – ha sottolineato Schiavone – con sempre meno possibilità per chi arriva in Italia di poter accedere all’asilo. Serviva un regolamento che rendesse le operazioni di ricerca e soccorso efficaci, il decreto le ha peggiorate”.

Siamo di fronte all’incapacità di gestire i migranti e abbiamo il sistema più chiuso di tutta Europa – ha proseguito -. Mediamente per ottenere la cittadinanza ci vogliono 15 anni. Il permesso di soggiorno poi può essere perso con estrema facilità e il sistema di rimpatrio è estremamente impersonale, basato su una scelta casuale di chi deve essere allontanato”. 

Ma la gestione poco efficace dell’immigrazione esce dai confini italiani

“Guardiamo agli Stati Uniti – ha aggiunto Capuzzi -. L’immigrazione è uno dei temi cardini della campagna elettorale: da un lato la retorica di Trump ma dall’altro, nonostante le parole di apertura, Biden ha continuato a restringere la migrazione”.

Durante la conferenza, altro tema fondamentale sono state la parole usate per descrivere la situazione: dalla retorica acchiappa-voti, a quelle utilizzate per informare. “Attacco, invasione, accoglienza selettiva… ma dobbiamo ricordare che uno dei punti chiave del magistero di Papa Francesco è la migrazione, che è segno del nostro tempo”, ha aggiunto la giornalista. “La guerra in Ucraina ha però dimostrato che l’Europa può agire unita per affrontare la situazione”. Secondo i dati Eurostat aggiornati al 23 novembre 2023, gli ucraini accolti nell’UE sono 4,2 milioni. 

La proposta?

Secondo mons. Savino la soluzione sta proprio nell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. “A Cutro la popolazione calabrese si è unita, profondamente toccata dall’accaduto. Ma come si può costruire la fraternità con i centri di permanenza per il rimpatrio (cpr)?”. A concludere l’incontro la giornalista Capuzzi che, sul tema della coesistenza tra le religioni, ha ricordato le parole del Santo Padre: “Dio e il Cristianesimo non hanno bisogno di essere difesi, hanno bisogno di essere testimoniati” a sottolineare che la religione cattolica si basa sull’idea centrale della fraternità tra tutti e tutte. 

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