(p.d.) Di “Verona 2040. Live &Grow”, l’evento online organizzato ieri da Confindustria di Verona cui sono intervenuti fra gli altri il presidente nazionale Carlo Bonomi ed il Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti L’Adige ha già scritto (qui la nostra cronaca). L’incontro è stato incentrato sullo sviluppo di Verona nella prospettiva dei prossimi vent’anni. Uno sforzo encomiabile che non trova però riscontro nei fatti. E’ positivo che i rappresentanti di una parte degli industriali veronesi si pongano il problema dello sviluppo del nostro territorio in una prospettiva di medio periodo. Solo che questo impegno non trova riscontro nella realtà. Al di là della retorica e dell’autocompiacimento quello che è successo negli ultimi 20/30 anni depone per il contrario.

Gli industriali, presi singolarmente, sono bravi a fare il loro mestiere. Questo bisogna riconoscerlo. Solo che la loro associazione, che ieri si è occupata del futuro di Verona, è sempre stata presente e attiva nelle scelte degli ultimi 20/30 anni. E il risultato è quello di una città ferma e addirittura spogliata di importanti asset. La politica ha le sue colpe. Ma Confindustria non si può chiamare fuori. Ha sempre avuto una certa voce in capitolo.

Non possiamo dimenticare recenti prese di posizione, come le pressioni per far perdere alla città un altro importante asset quale l’Agsm, che l’associazione di piazza Cittadella voleva consegnare alla milanese A2A. E pesa come un macigno la corresponsabilità nella gestione dell’Aeroporto di Verona ridotto ai minimi termini a favore di Venezia. I buoni propositi per il 2040 fanno piacere. Ma attenzione: la via per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.