Corretto il decreto Antifrodi, sollievo delle imprese edili. E col nuovo contratto di lavoro più formazione e sicurezza

Approvato il Decreto correttivo al cosiddetto “Antifrodi”. La norma aveva di fatto bloccato
le cessioni dei crediti fiscali, mettendo in seria difficoltà sia i committenti che le imprese e l’intera filiera edile.
Quella norma ha creato parecchi problemi alle imprese”, ricorda Carlo Trestini, presidente di Ance Verona, “perché molte avevano già terminato i lavori e scontato le relative fatture, salvo poi vedersi bloccato l’iter per la cessione del credito alle banche, con il risultato di rimanere scoperte anche per centinaia di migliaia di euro”.

La recente modifica normativa risolve ora il problema, consentendo due cessioni dopo la prima a favore di banche e assicurazioni. Il settore ha tirato quindi un sospiro di sollievo e l’auspicio è che non ci siano più ostacoli alla programmazione degli interventi e alla conclusione di quelli avviati. “Da sempre chiediamo certezze che consentano di dare risposte ai cittadini. L’incertezza delle regole, anche con provvedimenti retroattivi, scoraggia il mercato e le imprese più serie”, prosegue Trestini. Un altro elemento rilevante, per Ance, è la previsione che i benefici fiscali collegati alle lavorazioni edili sono ora vincolati all’applicazione dei contratti collettivi del settore.

Carlo Trestini, presidente di Ance Verona

“Si tratta di una richiesta che imprese, sindacati e cooperative avevano avanzato da tempo al Governo proprio a tutela delle tante imprese sane, dei lavoratori e dei cittadini che stanno usufruendo dei bonus edilizi e in particolare del Superbonus 110%, in quanto strumento per la crescita del settore e del Paese in chiave di sostenibilità e sicurezza. Con le correzioni apportate al decreto si garantiscono più controlli e misure antifrode, senza bloccare i cantieri”, spiega Trestini, che aggiunge: “L’applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale dell’edilizia garantisce anche ai lavoratori adeguate tutele in termini di salario, formazione e sicurezza sul lavoro”.

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori dell’edilizia è stato firmato da Ance, dall’Alleanza delle cooperative (LegaCoop, Confcooperative, Agci), dai rappresentati di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil e interessa oltre un milione di addetti. Punti cardine del contratto sono qualità, formazione e sicurezza grazie anche al contributo del Sistema Bilaterale che è pronto a investire sulla professionalità dei lavoratori e la qualificazione delle imprese. Grande attenzione rivolta anche a favorire l’ingresso dei giovani nel settore per i quali sono previsti premi e incentivi.

Sulla professionalizzazione dei lavoratori sono previsti investimenti significativi con la definizione di un catalogo formativo nazionale, offerto dalle Scuole Edili/Enti Unificati. Green building e sostenibilità saranno sostenuti da uno specifico versamento aggiuntivo pari a + 0,20%. Un rafforzamento della qualificazione professionale, che sarà certificata e riconosciuta al singolo lavoratore attraverso l’introduzione della Carta d’identità Professionale Edile (Cipe). Viene anche introdotto per la prima volta un “Premio d’ingresso nel settore”. Ai giovani di età inferiore ai 29 anni, dopo 12 mesi di permanenza nella stessa impresa, sarà riconosciuto un importo aggiuntivo.

Viene prevista la formazione sulla “sicurezza di richiamo”, che avverrà ogni tre anni per tutti i lavoratori, invece dei cinque anni previsti dalla normativa vigente. Formazione obbligatoria in materia di sicurezza (16 ore) anche per gli impiegati tecnici che entrano per la prima volta in cantiere. “Associazioni datoriali e sindacali”, conclude il presidente di Ance Verona, “hanno condiviso la necessità di avviare un impegno comune per tutto il settore nella realizzazione delle opere del PNRR e per affrontare in modo unanime urgenze quali l’aumento dei prezzi e le conseguenze su lavoratori e imprese”.

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