Fra guerra, caro-bollette ed elezioni avevamo fatto finta di dimenticarci del Covid. Non ne potevamo più di due anni e mezzo di mascherina e di restrizioni varie. Così anche se nell’ambito delle nostre conoscenze erano tanti quelli che continuavano a beccarsi il virus, preferivamo tutti non pensarci. Forti anche del fatto che la variante Omicron provava un’influenzetta, ma niente di grave. E il fatto che fosse molto più contagiosa del Covid versione 2020 o 2021 non preoccupava più di tanto perché era molto più difficile finire in ospedale. Ma siccome i numeri sono numeri, era inevitabile che aumentando la quantità dei contagiati, aumentasse anche la percentuale di quei disgraziati che finiscono in terapia intensiva. C’è anche da dire che i nuovi casi sono sottostimati perché tanti positivi non risultano dai dati ufficiali in quanto fanno i tamponi a domicilio. Ed ecco allora che nell’arco di un giorno siamo tornati al 3% di posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive, dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). La stessa percentuale di un anno fa.

Ad aumentare i contagi, oltre ad una contagiosità dell’Omicron di un 30% in più e la scomparsa delle misure di distanziamento c’è anche  il calo della protezione in coloro che hanno fatto il vaccino ormai molti mesi fa. Oggi le percentuali di reinfezioni sono all’8,4%, mentre con la variante Delta erano al 2%”. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità spiega che  “le varianti Omicron Ba.4 e Ba.5 eludono quella che è la risposta anticorpale neutralizzante ma fortunatamente i vaccini continuano ad essere altamente efficaci nella protezione della malattia grave. Anche coloro che hanno avuto Ba.1 possono reinfettarsi con Ba.5. Ci sono ormai in fase di avanzata valutazione i cosidetti vaccini bivalenti in cui c’è una parte, la metà, rappresentata da Rna derivante dal ceppo originale di Wuhan e l’altra metà invece da Ba.1. Voglio essere chiaro, servono dei tempi per sviluppare i vaccini, ma i dati che abbiamo a disposizione indicano che questi vaccini bivalenti sono in grado di incrementare il titolo degli anticorpi neutralizzanti contro Ba.4 e Ba.5”.
In autunno bisognerà fare una nuova campagna vaccinale, dando la precedenza ai soggetti deboli, per salute o per età. “Questo – dice Locatelli- non vuole dire negare i vaccini a chi ha un’età inferiore: 60 anni potrebbe essere una soglia ragionevole o anche a 50 anni. Occorre pianificare adesso quella che sarà la campagna vaccinale”. Obbligo vaccinale solo per il personale sanitario,