Se la siccità continuerà e la prossima estate sarà ancora più secca di quella dell’anno scorso non ci sarà il riso. L’allarme è lanciato dai giovani di Coldiretti Veneto da Isola della Scala, patria del riso, centro della produzione del riso veneto, dove si coltivano quasi 3 mila ettari di chicchi con denominazione geografica protetta come il Vialone Nano oltre al Carnaroli. La preoccupazione per il cambiamento del clima è forte, tanto da c cominciare a creare dei dubbi sul raccolto di una prodotto che vive nell’acqua e dell’acqua ha un bisogno estremo.
Nel 2022 – conferma l’azienda agricola dei Fratelli Melotti – la produzione di riso è diminuita del 19,7% a causa della mancanza di pioggia oltre che per il caldo.
Nel Basso Polesine ha questo s’è aggiunta l’infiltrazione del cuneo salino, ovvero dell’acqua salata del mare che a causa della scarsa portata dei fiumi ha risalito il loro corso andando a infiltrare i terreni cirocostanti e ‘bruciandoli’. Queste considerazioni sono avvenute nell’ambito del convegno sulla Politica Agricola Comunitaria nella sua architettura, il budget previsto per l’Italia, gli assi prioritari e le ricadute sulle aziende agricole venete organizzato dai giovani di Coldiretti.