Domus Mercatorum, il suo destino non può essere quello di un contenitore qualsiasi

(di Giorgio Massignan) L’edificio della Domus Mercatorum in piazza Erbe andrà all’asta e verrà trasformato in un contenitore per negozi, uffici e, forse, appartamenti. La base d’asta è di sette milioni di Euro; a tali cifre, alle quali si devono aggiungere i costi del restauro, le destinazioni d’uso previste saranno certamente le più redditizie possibile. Ma, la Casa dei Mercanti, considerato il suo valore simbolico e storico, meriterebbe ben altra attenzione.

La Camera di Commercio, prima di permettere la trasformazione dell’edificio, che fa parte delle memorie della città, in un contenitore per attività che producono reddito, avrebbe il dovere di interpellare i cittadini di Verona. La Camera di Commercio è la proprietaria giuridica della Domus Mercatorum, ma quella vera, quella ideale, è la città di Verona, la cui storia è strettamente legata a quell’antico edificio. La città e i suoi abitanti hanno bisogno dei simboli che rappresentano le loro radici.  

Nel medioevo, il potere della città risiedeva proprio nella Domus Mercatorum in piazza Erbe, non in quella attuale, ma in una più modesta di legno.  I mercanti e gli artigiani si riunivano nella Domus Mercatorum e, tramite i gastialdoni (i capi delle Arti e dei Mestieri), eleggevano il podestà, oltre che una parte del Consiglio Maggiore.

Nel 1261 Leonardino Della Scala divenne il podestà della Domus Mercatorum, il consiglio dei mercanti veronesi, che deteneva il potere economico della città. Nel 1301, Alberto I Della Scala, in memoria del passato mercantile della sua famiglia, favorì l’attività delle Corporazioni e fece costruire la nuova Domus Mercatorum, un palazzo in cotto e pietra veronese. L’edificio ha subito parecchie ristrutturazioni, ma l’impianto attuale è ancora quello degli Scaligeri.

Personalmente, ritengo che la Domus Mercatorum non meriti di ridursi in uno dei tanti contenitori direzionali e commerciali di cui la nostra città abbonda.

Spero che la nostra Amministrazione Pubblica e la Camera di Commercio, non commettano l’errore di eliminare uno dei simboli della Verona medievale, che potrebbe essere il luogo ideale per un museo-laboratorio sulla storia della vita dei veronesi, della loro economia, del ruolo dell’Adige e dei mulini ad acqua e di cosa rappresentava nel passato la Domus Mercatorum.

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