I dati sono del 2020. Tanto è il tempo necessario a elaborare i dati del SSN. Ma quel che ne risulta aiuta a capire come sta la sanità italiana, considerato che l’anno esaminato è quello della pandemia.

In Italia ci sono 1.004 ospedali. Nel 2020 ne sono stati aperti 12, di cui 11 privati. Ci sono 8.803 centri ambulatoriali specialistici (+5 rispetto al 2019) e 7.858 strutture di assistenza territoriale (+75). Diminuite invece le 3.189 semi-residenziali (-18). Si sono 1.151 centri riabilitativi (+10).
Nel complesso il 41,2% delle strutture sono pubbliche con un calo del 5,2% rispetto al 2010, il che significa che l’assistenza sanitari privata è in aumento e ha superato quella pubblica. E su questo dato varrebbe la pena ragionarci. Il totale dei posti letto è di 47.313, compresi quelli day-hospital, con un recupero sui tagli dei 10 anni precedenti. Ci sono poi 1.679 Centri di Salute mentale (+8).

Come effetto Covid c’è l’aumento di 13.610 unità del personale che ammonta a 617.466 operatori. Ma 10 anni fa erano 646.236. Nello 2020 sono stati assunti 776 medici, per un totale di 103.092. Mentre erano 107.448 nel 2010. Assunti 8.257 infermieri che salgono a 264.686, come 10 anni fa. Disastro per i medici di famiglia. Dai 42.428 del 2019 sono diventati 41.707 nel 2020. In 10 anni se ne sono andati 4.171. In calo anche i 7.285 pediatri (-123) e i medici dell’ex guardia medica: da11.512 sono calati a 11.404. Aumentati i farmacisti: 2.852 (+42). Aumenta fortunatamente l’Assistenza domiciliare integrata (Adi): nel 2020 sono stati assistiti 1.081.387 pazienti contro i 1.047.223 del 2019, ma è sempre di gran lunga inferiore agli standard europei, per cui dei fondi Den Pnrr andranno destinato a questo servizio essenziale vista l’anzianbizzazione della società e la necessità di scaricare il più possibile gli ospedali.

A causa del Covid infine nel 2020 si registra un crollo degli accessi ai Pronto Soccorso, dai estrazione ulteriore che molti di questi in tempi normali sono impropri. 13.539.300 contro i 20.324.937 del 2019.