Una difesa anti-missile per proteggere le città europee? una unica industria militare europea? un esercito comune? la force-de-frappe francese che diventa comunitaria? Queste elezioni europee sono le prime a mettere al centro dell’interesse dei cittadini dei 27 Paesi il tema della guerra e della difesa uscendo così dalla comfort zone dei diritti, dei fondi da distribuire e dall’Erasmus. Tutti temi importanti, per carità, ma quest’anno – oggettivamente – in secondo o terzo piano.

Elezioni europee 2024, sondaggio SWG e OpenWay

L’aggressione russa all’Ucraina, le minacce esplicite ai Paesi baltici ed alla Polonia (membri dell’Unione europea), l’aggressione di Hamas ad Israele e l’uso costante di missili contro le città hanno reso palpabile un problema di sicurezza in Europa che prima non era considerato. Anzi. Quindi? cosa pensano al riguardo gli elettori europei? SWG col suo Radar realizzato assieme a OpenWay lo ha chiesto ad un panel rappresentativo della popolazione dell’Europa a 27.

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Punto primo: investire nella sicurezza? il blocco pacifista (i vecchi catto-comunisti anti-Nato, sinistra e destra radicali, 5Stelle…) sta puntando molto sul presunto pericolo che un riarmo europeo possa riaccendere le tensioni nel Vecchio Continente. Il sondaggio dice che questa area coinvolge in Europa un elettore su quattro. La maggioranza invece vuole più investimenti nel settore: mediamente siamo al 75% con punte che salgono ad oltre l’80% nei paesi che confinano con Vladimir Putin e scendono al 61% in Italia che si sente più al riparo.

Secondo dato: come spendere questi soldi aggiuntivi? nel rifornire i magazzini rimasti quasi a secco a causa del sostegno all’Ucraina nel difendersi dall’aggressione russa? per il 57% degli europei questa è la soluzione (per gli Italiani si scende al 40%) e ben il 61% degli elettori ritiene che la prossima Commissione debba insistere su un programma comune di investimenti.

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Come vogliamo aiutare concretamente l’Ucraina? gli Europei assomigliano a Totokamen (“Armiamoci e partite..” di Totò contro Maciste): vogliono più sanzioni alla Russia oppure mandare armi. Ma soltanto uno su tre accetterebbe istruttori militari europei in Ucraina e appena uno su cinque è disponibile a combattere per la libertà di un paese comunque europeo. Italiani e Francesi ancora più contrari: appena il 14% degli intervistati sarebbe favorevole ad un impegno diretto.

Elezioni europee 2024, con chi deve stare la prossima commissione

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Insomma, anestetizzati da ottant’anni di sicurezza pagata in larga parte dai contribuenti statunitensi, gli Europei appaiono un po’ arrugginiti sul tema. Con qualche contraddizione: i paesi al momento “meno amici” dell’Unione Europea sono, nell’ordine, Russia, Iran e Cina. Le prime due per la diretta minaccia militare (sul terreno e nelle forniture di armi anche a chi minaccia i nostri commerci), la Cina per il pericolo rappresentato sul terreno del dumping sociale che sta colpendo le produzioni continentali nel confronto economico con Pechino.

Nell’area del “dubbio” – quanto ci fanno e quanto ci sono realmente amici? – l’elettore europeo mette Arabia Saudita, Israele (e qui si vede l’effetto di mesi di propaganda a senso unico) e India, dove si ripropone e si riproporrà sempre più il confronto sulla manifattura e i commerci globali.

Gli elettori europei confermano però la loro adesione al campo atlantico – UK, Usa e Giappone – nel solco di relazioni positive ininterrotte dal 1945 ad oggi. Un sentiment con numeri pesanti e ampiamente maggioritario nell’opinione pubblica.