Il caldo anomalo di questo inverno, che a dispetto di qualche perturbazione sparsa stenta ad arrivare, mette a rischio le colture e le piante veronesi. La natura è in tilt, testimoniato da un anticipo del germogliamento delle piante, soprattutto da frutto, e di conseguenza con una maggiore esposizione al rischio di gelate tardive e relativi danni.

È l’allarme lanciato dall’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali, che mette in evidenza gli effetti dell’emergenza climatica. Dopo il 2022, che si classifica come l’anno più bollente mai registrato prima in Italia, con una temperatura media superiore al dato storico di 1,15 gradi, e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, anche le temperature invernali sono troppo elevate per la stagione.

“Questo caldo anomalo è preoccupante. Il mancato raggiungimento del cosiddetto ‘fabbisogno in freddo’ delle piante da frutto può avere serie ripercussioni sulla fioritura che potrebbe risultare più ridotta e meno fertile”, spiega il presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Verona, Lorenzo Tosi, “con gravi conseguenze sulla produzione. Inoltre le piante sarebbero più esposte al rischio di gelate tardive, riportando pesanti danni. A ciò si aggiunge la presenza di insetti e fitofagi che, accelerando i cicli biologici e anticipando l’uscita dai ricoveri invernali o dallo stato di quiescenza della stagione abitualmente fredda, prolungano il loro periodo di attività con una maggiore difficoltà per il loro controllo”.

“L’assenza di freddo autunnale ed invernale consente inoltre ai funghi patogeni di mantenersi in attività, sia pur limitata, il che comporta una conseguente maggiore virulenza fin dall’inizio della stagione vegetativa. È quindi importante e auspicabile che il clima torni alle temperature abituali del periodo”, conclude Tosi. La situazione di queste settimane evidenzia come l’emergenza climatica in corso con l’effetto di un preoccupante aumento delle temperature, stia sconvolgendo il normale equilibrio della natura con significative ripercussioni anche nel territorio scaligero.